È stato condannato a 30 anni di reclusione, ma l'estraneità dell'imputato dalla criminalità organizzata, gli permette di ottenere gli arresti domiciliari. La Corte di Assise di Lecce ha accolto la richiesta dei difensori di Antonio Zacheo, il 29enne originario di Maglie, ritenuto responsabile della morte dell'imprenditore edile Massimo Bianco, avvenuta a Martano nel giugno 2013. Gli avvocati Federico Grosso, Mario Coppola e Salvatore Maggio hanno così ottenuto che il proprio assistito sconti la pena inflittagli, attraverso una misura di detenzione "alternativa" al carcere. I domiciliari dovranno essere "trascorsi"fuori dai confini della Puglia. Dunque i giudici hanno recepito l'istanza degli avvocati di Zacheo, in virtù dell'incensuratezza al momento dell'omicidio e della sua estraneità da organizzazioni criminali. Inoltre, ritenevano gli avvocati di Zacheo, la buonacondottaante delictum, così come quella in carcere durante i due anni e mezzo di custodia cautelare, "deponevano" per l'attenuazione della misura detentiva. In ogni caso, i legali di Zacheo sono in attesa del deposito delle motivazioni, per proporre Appello.
Ricordiamo che la sentenza di condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Antonio Zacheo fu emessa il 12 novembre scorso.Il processo venne celebrato con il rito abbreviato ( consente di ottenere lo sconto di un terzo della pena), dai giudici della Corte di Assise di Leccepresieduta da Roberto Tanisi ( a latere Pasquale Sansonetti e giudici popolari ). Il procuratore aggiunto Antonio De Donno aveva invocato anch'egli una condanna a 30 anni per Zacheo, con le accuse diomicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi, in concorso con Antonio Gabrieli, ( condannato a 30 anni di reclusione, nel processo in abbreviato); occultamento di cadavere in concorso e utilizzo improprio d’arma da fuoco.
Il pubblico ministero De Donno aveva anzitutto ricostruito la dinamica dell'omicidio.Zacheo, Gabrieli e Bianco avrebbero pranzato in un locale di San Foca e poi avrebbero svoltato per Carpignano Salentino, come testimoniato da un carabiniere in borghese. Quest'ultimo ha dichiarato di avere visto i due ( Gabrieli guidava e Zacheo era posizionato dietro) che "facevano scivolare qualcosa" e li ha superati; a quel punto l'auto girava, poiché, Zacheo e Gabrieli si erano insospettiti e decisero di anticipare i tempi e di abbandonare subito il cadavere di Bianco (fu ritrovato il 29 giugno di due anni fa). Il procuratore aggiunto sottolinea poi la premeditazione dell'azione. Zacheo avrebbe nascosto in una cartelletta una bottiglietta con dentro la benzina. Infatti, Bianco venne ammazzato in macchina e poi il suo corpo bruciato in campagna. Riguardo, infine, al movente, il pm De Donno ha affermato che c'erano certamente dei contrasti di natura economica sulla gestione dell'azienda.
