Dovrà scontare 17 anni, 9 mesi e 5 giorni di reclusione, Franz Occhineri, il 42enne di Campi Salentina accusato di omicidio, porto e detenzione di armi, danneggiamento a seguito d’incendio e soppressione di cadavere in concorso. Per lui si sono aperte le porte del Carcere di Lecce, dove si trova ora rinchiuso dopo che gli uomini in divisa della locale Compagnia hanno bussato alla porta della sua abitazione stringendo tra le mani un ordine di Carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso la Corte d’Appello di Taranto.
Uccise due amici e gettò i corpi in un pozzo
Occhineri, come detto, è stato condannato per aver tolto la vita a Massimiliano Marino 34enne di San Donaci e Luca Greco, 38enne di Squinzano. Era il 10 maggio 2013, quando i corpi dei due amici furono ritrovati in un pozzo/cisterna nelle campagne di Campi Salentina, due mesi dopo la scomparsa. Freddati, come è stato ricostruito, da alcuni colpi di pistola sparati da una semiautomatica calibro 9 oltre che feriti con un coltello a serramanico. Almeno 15 i colpi inferti. Per quell’assassino furono accusati Mino Perrino, Francesco Cippone e Occhineri. Il movente? Alcuni apprezzamenti che il 34enne di San Donaci avrebbe rivolto alla compagna di Perrino. Un “affronto” che l’uomo ha pagato con la vita. Quel giorno trovò la morte anche l’amico, la cui unica colpa è stata quella di essere diventato un testimone scomodo, da eliminare.
Occhineri ha sempre respinto le accuse, almeno quelle più gravi. Aveva solo ammesso di aver aiutato Perrino a nascondere i due cadaveri, ma la sua versione non ha convinto. Come più di qualche dubbio è stato sollevato sul reale movente. Non hanno aiutato le dichiarazioni dei tre, ritenute confuse e contraddittorie, che non hanno mai aiutato a ricostruire quanto accaduto nelle campagne alla periferia di Campi, dove le vittime sono state ‘attirate’ con la scusa di un chiarimento.
