
Nega di avere partecipato all’omicidio, pur ammettendo la rapina per denaro, un’imputata del processo sulla morte del falegname in pensione di Castri, Donato Montinaro. In mattinata, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Cinzia Vergine e giudici popolari), presso l’aula bunker del carcere di Borgo San Nicola, è stata ascoltata Patrizia Piccinni, 49 anni, di Alessano (difesa dall’avvocato David Alemanno). La donna ha riferito al pm Erika Masetti di essersi recata presso la casa dell’ex falegname per compiere una rapina assieme ai complici, dopo aver saputo che Montinaro custodiva molti soldi, dalla Martella (l’altra imputata). E proprio quest’ultima avrebbe organizzato un incontro a luci rosse tra la Piccinni e l’anziano per mettere in atto il piano. Ed il 75enne, come dichiarato dall’imputata, le strappò i vestiti da dosso. A quel punto, chiese aiuto ai complici per poi allontanarsi.
Antonio Esposito, 40enne di Corsano (assistito dall’avvocato Luca Puce) che in una precedente udienza aveva letto in aula, il contenuto di una missiva scritta da lui ed indirizzata alla sorella della vittima, chiedendo perdono, verrà sentito nella prossima udienza fissata per il 2 aprile. In quella data, anche Emanuele Forte, 31 anni di Corsano (difeso dall’avvocato Marco Costantino) ed Angela Martella, 59 anni di Salve (assistita dall’avvocato Silvio Verri), potranno fornire in aula la loro versione dei fatti.
Tutti gli imputati rispondono dell’ipotesi accusatoria di omicidio a scopo di rapina. Secondo la difesa, invece, andrebbe esclusa l’aggravante “di aver commesso il delitto di omicidio allo scopo di eseguire quello di rapina”.
La delicata indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce e coordinata dal pm Maria Consolata Moschettini, culminata in quattro arresti, ha fatto luce sul grave fatto di sangue avvenuto il 2 giugno del 2022 a Castri di Lecce, quando il pensionato Donato Montinaro, falegname in pensione, 75enne del posto, venne trovato senza vita nella sua abitazione.
La sorella della vittima si è già costituita parte civile con l’avvocato Cristiano Solinas.
In base a quanto emerso nel corso delle indagini, condotte dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce e coordinate dal pm Maria Consolata Moschettini, i quattro dopo essersi introdotti nell’abitazione, avrebbero percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima, legando le mani e i piedi. E si sarebbero allontanati dall’abitazione portando con loro anche una motosega e una somma di denaro in contanti.
Durante l’udienza odierna è stato ascoltato anche il medico legale Francesca Negro come consulente di parte della difesa, ed ha sostenuto come Montinaro, non sia morto per asfissia da soffocamento.
Inoltre, è stata ascoltata come consulente di parte anche l’ingegnere Luigina Quarta.