«Futili motivi». Impossibile da accettare, ma il freddo frasario giudiziario definisce così la morte di Francesco Augieri, il 23enne cosentino accoltellato a pochi passi da un locale, nel cuore di Diamante.
Da quel 22 agosto gli inquirenti hanno lavorato senza sosta per dare un volto e un nome all’assassino. Ora quel nome c’è. Si tratta di F.S. 19enne campano che nelle scorse ore ha bussato alla porta del Carcere di Secondigliano (Napoli) per costituirsi. Probabilmente, si «sentiva braccato». Accompagnato dal papà e dal suo avvocato avrebbe confessato di aver ucciso lui Ciccio, nipote del professore Carlo Alberto Augieri, stimato docente dell’Università del Salento.
Da giorni gli investigatori gli stavano con il fiato sul collo. Pezzo dopo pezzo, grazie al racconto di alcuni testimoni e alle telecamere di videosorveglianza installate nella zona – i carabinieri erano riusciti a ricostruire quei drammatici momenti. Secondo quanto emerso dalle indagini, la tragedia è stata l’epilogo drammatico di una lite, nata da una banale spinta. Un amico di Augieri avrebbe involontariamente urtato il 19enne. Erano volate parole grosse, ma nulla in più. Poco dopo, però, la strada delle due comitive si è incrociata di nuovo nella piazzetta della nota località turistica, all’ingresso del ponte vecchio. Da cosa nasce cosa e la discussione si è infiammata di nuovo fino a quando le parole non sono bastate più ed è spuntato fuori un coltello. Perché il 19enne era andato in giro con un’arma bianca, al momento, è impossibile saperlo. Nella ressa, Ciccio – per gli amici e per i tifosi del Cosenza calcio di cui era un tifoso appassionato – è rimasto ferito, probabilmente nel tentativo di difendere un amico. È andata meglio ad un altro ragazzo di origini campane, ancora ricoverato.
Le indagini non si fermano, ma andranno avanti per individuare eventuali complici del ragazzo fermato.
