L’omicidio di Elisa Claps, una storia sepolta nel sottotetto di una Chiesa

Il corpo senza vita di Elisa Claps fu ritrovato in un sottotetto della chiesa della Santissima Trinità a Potenza. La studentessa era morta lo stesso giorno della scomparsa

Per raccontare la storia di Elisa Claps si potrebbe partire dall’inizio, da quel giorno di metà settembre quando scomparve nel nulla o dalla fine, quando il suo corpo senza vita fu ritrovato, per caso, nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità, a Potenza. Ma tra l’inizio e la fine, tra il 12 settembre 1993 e il 17 marzo 2010, c’è un silenzio lungo diciassette anni, un buio carico di dolore per una famiglia che voleva solo conoscere la verità, svelare quel segreto protetto da una cortina impenetrabile di ombre, dubbi e silenzi.

L’omicidio della studentessa di appena 16 anni non è rimasta senza colpevoli: per la giustizia il responsabile ha un volto e un nome, quello di Danilo Restivo, uno dei primi sospettati. Era lui il ragazzo che Elisa doveva incontrare quella mattina. Era lui l’ultima persona ad averla vista prima che sparisse nel nulla. E sempre lui si era presentato al Pronto Soccorso con gli abiti insanguinati e con un taglio sulla mano. Ai medici aveva raccontato di essere caduto nel cantiere a pochi passi dalla Chiesa, dove si stavano costruendo delle scale mobili.

A Potenza conoscevano tutti quel ragazzo problematico, anche solo come figlio del direttore della Biblioteca nazionale, una persona stimata con un prestigioso incarico, un padre che ha sempre cercato di perdonare e nascondere le stranezze del suo secondogenito come quella di ‘collezionare’ ciocche di capelli delle ragazze delle quali si invaghiva, che custodiva gelosamente come una reliquia, nella sua stanza o come l’abitudine di importunare le sue ‘prede’ con chiamate continue. Telefonate in cui si sentiva solo la colonna sonora del film Profondo rosso o il brano Per Elisa di Beethoven. Per Elisa, come il titolo della miniserie in tre puntate che andrà in onda su Rai1.

La scomparsa di Elisa Claps

«Adesso vado, devo vedere in chiesa un ragazzo». Sono state queste le ultime parole di Elisa Claps, una ragazza perbene, ingenua, timida, senza grilli per la testa. Le aveva confidate ad un’amica a cui aveva dato appuntamento al bar. Si sarebbero viste dopo, giusto il tempo di incontrare quell’amico che le aveva promesso un regalo, un pensiero per aver superato brillantemente gli esami di riparazione, ma da quella Chiesa Elisa non è mai uscita. Non si era “persa” tra le stradine e i vicoli del centro storico di Potenza, era rimasta sempre lì, a pochi passi da casa sua, mentre tutti la cercavano ovunque. È stata uccisa quella stessa mattina del 12 settembre 1993, forse mentre si difendeva da un tentativo di violenza sessuale. Si scoprirà per mano del sospettato numero uno.

Le indagini

Quando scompare una ragazza di appena 16 anni, tante possono essere le spiegazioni. Se quella dell’allontanamento volontario è stata la prima pista seguita, è anche vero che le altre non sono state approfondite come si aspetta una famiglia in cerca di risposte. Restivo fu interrogato solo molti giorni dopo la scomparsa di Elisa. Quando finalmente fu ascoltato, confermò di aver visto la studentessa, ma anche di averla salutata pochi minuti dopo. L’aveva seguita con lo sguardo, mentre si allontanava dalla Santissima Trinità. Questo disse, ma nonostante le incongruenza, la mancanza di un alibi credibile – disse di aver girovagato da solo per il centro storico di Potenza, prima della ‘caduta’ che gli era costata una corsa in ospedale – fu rilasciato. Non ha mai saputo giustificare quel «buco» tra le 12. 00, l’ora in cui sarebbe morta Elisa e le 13.45, quando si è presentato al Pronto Soccorso.

Il ritrovamento del cadavere il 17 marzo 2010

A scoprire il corpo mummificato, ricoperto da tegole e calcinacci, sono stati alcuni operai di una ditta chiamata dalla curia per riparare un’infiltrazione di acqua nel tetto della canonica. È stato il corpo di Elisa a parlare, a chiamare in causa l’allora ventunenne originario di Erice che, nel frattempo, era finito nei guai per aver ucciso una sarta di 48 anni, Heather Barnett.

Il segreto era stato svelato. Ci sono voluti 17 lunghi anni per conoscere la verità, ma nella storia di Elisa Claps manca ancora qualche tassello.