Omicidio Gabriele Manca. In Appello chiesta la conferma dell’ergastolo per i tre imputati

Rispondono dei reati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione e porto abusivo di armi

Chiesto l’ergastolo per i tre imputati nel processo di Appello, per l’omicidio di Gabriele Manca, scomparso da Lizzanello il 17 marzo 1999 e ritrovato senza vita il 5 aprile dello stesso anno, in una zona di campagna.

Davanti ai giudici della Corte d’Assise di Appello (Presidente Ettore Nesti), il pm Carmen Ruggiero ed il procuratore generale Antonio Maruccia hanno chiesto la conferma dell’ergastolo, inflitto in primo grado per Omar Marchello, 40enne di Lizzanello, Giuseppino Mero, 54enne di Cavallino e Pierpaolo Marchello, 41 anni di Lizzanello. Rispondono dei reati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione e porto abusivo di armi.

Nella prossima udienza fissata per il 24 febbraio, discuterà il collegio difensivo composto dagli avvocati: Fulvio Pedone, Umberto Leo e Germana Greco. La discussione proseguirà il 10 marzo e potrebbe esserci la sentenza della Corte di Appello.

Ricordiamo che nell’udienza dell’ottobre scorso è stato ascoltato un nuovo collaboratore di giustizia. Andrea Romano, 34enne di Brindisi, nel corso di una deposizione durata oltre tre ore, ha ribadito sostanzialmente il contenuto delle sue dichiarazioni, che compaiono nel verbale depositato, dal pm Carmen Ruggiero.

Il neo pentito Romano, rispondendo alle domande di giudici, pubblica accusa e collegio difensivo, ha riferito le confidenze ricevute nel carcere di Cosenza da Omar Marchello (uno degli imputati) per un periodo, compagno di cella. Si legge nel verbale di Romano: “Mi raccontò che anni prima assieme ad altre due persone di cui non mi disse le generalità, aveva ucciso un giovane di Lizzanello, tale Manca, attingendolo con colpi di pistola.” E aggiunge: “l’omicidio fu determinato da un conflitto tra lui e lo stesso Manca per il controllo del paese con particolare riguardo al traffico di sostanze stupefacenti”. Nel corso di quell’udienza ha preso la parola, rilasciando dichiarazioni spontanee, anche Omar Marchello, l’imputato tirato in ballo dal pentito, che anche oggi ha ribadito la propria estraneità ai fatti.

E nel mese di novembre è stato sentito un altro testimone. Si tratta della persona, dalla quale Romano avrebbe ricevuto in un altro carcere, informazioni sull’omicidio del giovane di Lizzanello.

Invece, nei mesi scorsi, è arrivata la conferma della condanna in Appello per uno dei presunti responsabili dell’omicidio di Gabriele Manca. I giudici della Corte d’Assise di Appello hanno condannato alla pena di 30 anni per omicidio Carmine Mazzotta, 45enne di Lecce, difeso dagli avvocati Giancarlo Dei Lazzaretti ed Enrico Grosso.

La Corte ha disposto anche una provvisionale immediatamente esecutiva per il danno morale, in favore dei familiari di Gabriele Manca che si erano costituiti parte civile, attraverso l’avvocato Fabrizio D’Errico.

L’inchiesta

Gabriele Manca, di appena 21 anni, scomparve da Lizzanello il 17 marzo 1999 e il cadavere venne rinvenuto il 5 aprile successivo in una zona di campagna sulla strada Lizzanello-Merine, a ridosso di un muretto a secco. Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, permisero di accertare che il giovane era stato attinto da vari colpi di pistola cal. 7,65 alle spalle, alcuni dei quali esplosi a breve distanza. E si sono avvalse delle dichiarazioni rese da alcuni testimoni e dai due collaboratori di giustizia, Alessandro Saponaro ed Alessandro Verardi.

Venne a galla un aspro contrasto tra la vittima e Omar Marchello, il quale circa due anni prima dell’omicidio, nel corso di una discussione verosimilmente sorta per questioni legate al traffico di stupefacenti nel territorio di Lizzanello, era stato ferito al volto con un coltellino dallo stesso Manca. Il 21enne avrebbe definito Omar Marchello “un infame” per aver sporto denuncia nei suoi confronti dopo il ferimento.

E poi, il “pentito” Alessandro Verardi, esponente di vertice della frangia del sodalizio mafioso operante su Merine, Lizzanello e Cavallino, ha riferito che Omar Marchello decise l’eliminazione fisica di Manca insieme a Mazzotta, anche lui esponente del gruppo criminale operante su quel territorio. Aggiungendo che l’agguato era stato teso grazie al contributo di Giuseppino Mero (attivo nel traffico di sostanze stupefacenti nella medesima area) che lo aveva condotto nella campagna dove ad attenderlo vi erano gli altri.

Carmine Mazzotta, Omar Marchello e Giuseppino Mero vennero raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere del Gip Alcide Maritati, eseguita dai Carabinieri del R.O.S.