Omicidio Lecce, De Marco potrebbe rendere nuova confessione. E rivela la voglia di uccidere in ospedale

La richiesta di un nuovo interrogatorio potrebbe avvenire prima che la difesa di Antonio De Marco avanzi l’istanza di perizia psichiatrica.

Un nuovo incontro in carcere con i suoi legali per Antonio De Marco, lo studente che ha confessato l’omicidio di Eleonora Manta e Daniele De Santis. Nel corso dei precedenti colloqui era arrivato “l’invito” degli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario a sforzarsi di ricordare altri dettagli sul duplice delitto, per far luce sul movente ancora oscuro.

E in mattinata, al termine del nuovo incontro, secondo quanto riferiscono i legali, De Marco avrebbe acquisito una maggiore consapevolezza sul gesto commesso. Soprattutto i ricordi starebbero migliorando, anche grazie agli incontri del 21enne con gli psichiatri e gli psicologi del carcere di Borgo San Nicola. Alla luce di questi progressi, non è escluso che nelle prossime ore possa arrivare una nuova confessione. Il ventunenne di Casarano, studente di scienze infermieristiche avrebbe dato già la propria disponibilità ad un eventuale nuovo interrogatorio.

Tale richiesta potrebbe avvenire prima che la difesa avanzi un’istanza di perizia psichiatrica, per far luce sui lati oscuri della personalità di De Marco. Rispetto al primo interrogatorio dinanzi al gip Michele Toriello, caratterizzato da una lunga serie di “non ricordo” e “non so”, il 21enne sarebbe in grado di fornire nuovi dettagli sull’omicidio.

Inoltre, nel corso della permanenza in carcere e dopo i vari colloqui con gli specialisti, avrebbe riferito di avere maturato una pulsione omicida, anche durante i turni in ospedale, per il tirocinio di Scienze infermieristiche. Anche se non è ancora chiaro contro chi e in quale modo volesse sfogare questa voglia di uccidere.
Già nel corso dell’interogatorio di garanzia davanti al gip Michele Toriello, il 21enne si è soffermato sul senso di disagio e sul sentirsi assente e distaccato, anche sul posto di lavoro, in ospedale “Sì, alle volte era come se lavorassi un po’ a vuoto, nel senso… non lo so, andavo lì, magari attaccavo la flebo, parlavo con le altre persone…“

Il 21enne risponde, come riportato nel decreto di fermo della Procura, dei reati di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito con crudeltà e porto abusivo d’arma bianca.



In questo articolo: