Compiuta l’autopsia sul corpo di Giovanni Caramuscio, “Freddato da due colpi di pistola al cuore sparati a breve distanza”

Il medico legale Alberto Tortorella, dopo il conferimento dell’incarico da parte del sostituto procuratore Alberto Santacatterina, ha eseguito l’esame autoptico.

È terminata lautopsia per ricostruire con esattezza le cause della morte di Giovanni Caramuscio, 69enne di Monteroni, ucciso intorno alle 23.00 di venerdì scorso, dopo aver prelevato ad uno sportello del Banco di Napoli che si affaccia sulla strada che collega San Pietro in Lama a Lequile.

Il medico legale Alberto Tortorella, dopo il conferimento dell’incarico da parte del sostituto procuratore Alberto Santacatterina, ha eseguito l’esame autoptico. L’ex direttore di banca è stato attinto da due colpi di pistola, sparati a breve distanza, che hanno raggiunto il torace, all’altezza del cuore, lacerando gli organi vitali. Uno dei due proiettili sarebbe fuoriuscito, mentre l’altro si sarebbe conficcato. Inoltre, è stata notata un piccola ferita al naso, causata presumibilmente da una caduta.

Ricordiamo che come riportato nell’ordinanza di convalida del fermo a firma del gip Laura Liguori, la vittima della rapina avrebbe reagito nei confronti di Andrea Capone che lo aveva aggredito e sarebbe sorta una colluttazione. Ciò avrebbe provocato la reazione dell’altro rapinatore, Paulin Mecaj, che avrebbe così esploso i colpi di pistola verso Caramuscio, uccidendolo dinanzi agli occhi della moglie. I risultati completi dell’esame si conosceranno entro i prossimi 60 giorni.

Intanto, la salma è stata restituita alla famiglia ed i funerali di Giovanni Caramuscio si svolgeranno domattina nella chiesa di Maria Ausiliatrice a Monteroni.

Intanto, sempre sul fronte delle indagini, il pm Santacatterina ha conferito, sempre nella mattinata di ieri, l’incarico al consulente Maurizio Ingrosso. Si tratta di un accertamento tecnico non ripetibile sul contenuto del cellulare di Paulin Mecaj. Verranno analizzati anche i due telefonini in uso al presunto complice Andrea Capone. Paulin Mecaj, 30enne di origini albanese, ma residente a Lequile, è difeso da Luigi Rella. Gli avvocati Raffaele Francesco De Carlo e Maria Cristina Brindisino, sono invece i difensori di Andrea Capone, 28enne originario di Tricase, anch’egli residente a Lequile. I familiari di Giovanni Caramuscio, la moglie Anna Quarta ed i tre figli, Roberta, Fabio e Stefano, sono assistiti dall’avvocato Stefano Pati che hanno nominato il consulente tecnico Antonio Politi. I risultati della consulenza informatica si conosceranno tra 40 giorni.

L’udienza di convalida

Invece, nella giornata di mercoledì, Paulin Mecaj, nel corso dell’udienza di convalida dinanzi al gip Liguori, presso il carcere di Borgo San Nicola, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stesso discorso per Andrea Capone. I due fermati rispondono di omicidio volontario aggravato, in concorso, rapina aggravata, porto abusivo di arma alterata e ricettazione. Il giudice ha convalidato il fermo e confermato il carcere per entrambi. Ricordiamo che grazie ad alcune preziose testimonianze, i carabinieri, sono in breve tempo risaliti a Mecaj. All’interno della casa, hanno trovato la presunta arma del delitto che avrebbe cercato di nascondere in una pianta.

Poche ore dopo, i carabinieri hanno identificato il presunto complice. Capone sarebbe stato incastrato dalla felpa scura a maniche lunghe ritrovata all’interno di un pozzo.



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