L’omicidio di Luca Varani, torturato e ucciso “per vedere l’effetto che fa”

Il 4 marzo 2016, il corpo senza vita di Luca Varani è stato ritrovato in un appartamento nel quartiere Collatino di Roma. Massacrato, torturato e abbandonato

Era il 4 marzo 2016, quando in un appartamento nel quartiere Collatino di proprietà della famiglia di Manuel Foffo si presentano i Carabinieri. Non era una visita casuale né un blitz alla ricerca di qualcosa. Gli uomini in divisa sapevano che, superata la porta, si sarebbero trovati davanti ad un orrore. Sul letto matrimoniale, avvolto in un piumone arancione, trovano il corpo di Luca Varani, torturato, ucciso e abbandonato come qualcosa di cui non si è riusciti a sbarazzarsi. Ha ancora un coltello conficcato nel petto e i segni di un centinaio di colpi tra coltellate e martellate.

Era stato Foffo a crollare, preso dal rimorso aveva confessato tutto al papà, gli aveva raccontato quello che era accaduto in quell’abitazione alla periferia est di Roma. E lui aveva convinto il figlio a presentarsi in caserma. Mentre vuotava il sacco, il complice Marco Prato tentava di togliersi la vita con dei tranquillanti in una stanza d’albergo a piazza Bologna. Quando i Carabinieri spalancano la porta trovano dei flaconi di barbiturici sul comò e una lettera d’addio. In sottofondo suonano le note di “Ciao Amore Ciao” di Dalida.

Salvato in extremis, ci riproverà una volta finito dietro le sbarre, nel carcere romano di Regina Coeli, questa volta scrivendo la parola fine ad un peso troppo grande da sopportare.

Coca party con delitto, la notte dell’orrore

Il pensiero di uccidere qualcuno arriva dopo due notti brave vissute tra le mura di quell’abitazione al decimo piano. Luca cade nella trappola, non cosa lo attende quando mette piede nell’appartamento. Accolto con un cocktail “corretto” all’Alcover – un farmaco usato per curare la dipendenza da alcol che viene considerato tra le droghe da stupro. – stordito e massacrato. Sembra il racconto del Massacro del Circeo.

A raccontare cosa accadde quella notte è stato Foffo. Passata la sbornia e l’effetto della droga ha vuotato il sacco: «Luca non è mai riuscito a resistere alle nostre violenze, ma posso precisare che non ha mai gridato. Mentre lo colpivamo non provavo piacere però non ero in grado di fermarmi anche se ho avuto dei momenti in cui provavo vergogna per quello che facevo. Lo abbiamo davvero torturato. Ricordo solo che la morte è sopravvenuta dopo molto tempo e Luca ha sofferto molto. Non ricordo quante coltellate aveva alla gola, è stato Marco che ha inferto la coltellata al cuore lasciando dentro il coltello, Luca era ancora vivo prima di quella coltellata».

Durante le indagini si sono accusati a vicenda. Uno contro l’altro. «Volevamo far del male a qualcuno solo per vedere che effetto fa» ha secondo Manuel. E stato solo un gioco erotico finito male, secondo Marc.

Una lama conficcata al centro del petto spegnerà le ultime speranze di vita del giovane, anche se non è stato il colpo fatale. Le torture, secondo i medici legali , hanno causato la morte di Varani. Luca è morto per caso, dopo che i due assassini, non avendo trovato un’altra vittima, avrebbero deciso di ‘sfogarsi’ su di lui. Al suo posto poteva esserci un altro. E invece hanno ucciso Luca per vedere l’effetto che fa. E pare l’unica cosa certa sul delitto che ha sconvolto Roma e l’Italia intera.



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