Omicidio Maglie dinanzi ad un fast food: la vittima ed il presunto killer

Attualmente, Simone Paiano è in stato di fermo con l’accusa di omicidio e verrà ascoltato nel pomeriggio odierno dal pm Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia.

auto-carabinieri-repertorio

Due giovani dello stesso paese ed entrambi con precedenti penali in materia di stupefacenti.
Parliamo del presunto killer e della vittima di un agguato mortale a Maglie, nella nottata appena trascorsa. Simone Paiano, 25enne del posto, si è consegnato ai carabinieri, confessando l’omicidio del concittadino Mattia Capocelli 28enne, nei pressi di un fast food.

Pur ammettendo l’addebito, Paiano, assistito dall’avvocato Dimitry Conte, ha sostenuto di essere stato vittima di un agguato da parte di Capocelli. Attualmente, Paiano è in stato di fermo con l’accusa di omicidio e verrà ascoltato nel pomeriggio odierno dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi della Direzione Distrettuale Antimafia e dal sostituto procuratore Maria Consolata Moschettini.

Il presunto killer

Come detto, sia la vittima che il suo presunto carnefice non hanno la fedina penale pulita.
Simone Paiano, nel maggio del 2016 fu arrestato in flagranza di reato per possesso di droga, nell’ambito di una più vasta operazione sulla rotta Lecce-Brindisi.

L’inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia, portò a dieci arresti e 38 indagati per traffico di droga (Paiano non compare tra questi). I soggetti individuati si rifornivano ad Andria e la spacciavano a Torchiarolo. Sono stati documentati oltre 600 episodi di spaccio. Ad aggiungere ulteriori elementi nelle indagini anche le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, come il leccese Gioele Greco e il brindisino Fabio Fornaro.

Invece, nel maggio del 2018, per Simone Paiano, sottoposto in quel periodo alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali per reati in materia di stupefacenti, si sono riaperte le porte del carcere. Il provvedimento di aggravamento scaturì dalla segnalazione all’autorità giudiziaria da parte dei militari dell’inosservanza di alcuni obblighi.

La vittima

Invece Mattia Capocelli, pur molto giovane, già nel 2013, venne arrestato per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Il ragazzo, fermato per un normale controllo stradale aveva reagito in malo modo alla richiesta di documenti, colpendo ad una spalla uno dei carabinieri presenti e scatenandosi in una serie di insulti e ingiurie nei confronti dei militari.

Nel corso della successiva perquisizione domiciliare, i militari avevano successivamente scoperto anche 4 grammi di marijuana. E non solo. Nel febbraio del 2013 Mattia Capocelli venne indagato nell’Operazione “Sacro Cuore” condotta dal pm Paola Guglielmi. Venne scoperto infatti un bazar della droga, allestito nell’hinterland di Maglie, che riforniva un bacino di clienti “eccellenti”, composto da commercianti, avvocati e medici.
Il nome “Sacro Cuore” deriva da una chiesa magliese, oggetto di un furto messo a segno nel mese novembre 2011.
Mattia Capoccelli era assistito dall’avvocato Arcangelo Corvaglia.



In questo articolo: