Omicidio pensionato in campagna. L’indagato fa “scena muta” davanti al giudice

Il 45enne è apparso in stato confusionale. E si prospetta una richiesta di perizia psichiatrica. Intanto, Il giudice non ha convalidato il fermo, ma ha confermato il carcere.

omicidio galatone

Il 45enne sottoposto a fermo per l’omicidio di Sebastiano Danieli, il 66enne trovato morto nelle campagne di Galatone, nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie, ha fatto “scena muta” davanti al giudice. Questa mattina, Cosimo Loiola, proprietario della campagna confinante, difeso dall’avvocato Antonio Luceri, si è avvalso della facoltà di non rispondere, dinanzi al gip Tea Verderosa, al termine dell’interrogatorio presso il carcere di Borgo San Nicola. Il 45enne (è stato in cura presso il centro di salute mentale), come riferito dal suo legale, è apparso in stato confusionale e non ha ancora realizzato quanto accaduto. E si prospetta una richiesta di perizia psichiatrica.

Va detto che Cosimo Loiola, nel 2012, fece perdere le sue tracce per 20 giorni, dopo essere partito per Roma in cerca di un lavoro. La sorella e i suoi genitori avevano anche lanciato un allarme alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, fino a quando, verso il 30 novembre, i carabinieri lo ritrovarono nel centro della Capitale.

Il giudice, dopo l’udienza di oggi, non ha convalidato il fermo, ma ha confermato la misura cautelare del carcere.

Loiola è stato sottoposto a stato di fermo nella nottata di martedì e condotto in carcere. Il provvedimento, a firma del pm Rosaria Petrolo, è scaturito dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce e dei colleghi della Compagnia di Gallipoli. L’indagato, portato in caserma, non ha rilasciato alcuna versione sull’accaduto e dunque non ha confessato l’omicidio.

In base ad una prima ricostruzione dell’accaduto, Danieli si trovava nel proprio terreno, lungo la strada comunale Spineto quando sarebbe stato raggiunto da Loiola. Durante la lite, dovuta probabilmente a una questione circa il confine dei terreni, il 45enne avrebbe colpito Danieli con un’ascia in ferro alla testa, con l’ultimo colpo mortale alla nuca.

Sarebbe stato un passante a notare il corpo della vittima. Il 66enne, un ex dipendente di un mobilificio in pensione da pochi mesi e componente della banda a Galatone, dove era molto conosciuto e stimato, è stato ritrovato, riverso a terra, con evidenti tracce di sangue. Successivamente, una perquisizione domiciliare presso l’abitazione di Loiola ha consentito rinvenire e sequestrare l’ascia utilizzata. Ad aiutare gli inquirenti, anche le immagini delle telecamere delle vicine abitazioni installate nella zona dell’omicidio. Tra venerdì e sabato, invece, è prevista l’autopsia del medico legale Alberto Tortorella (domani ci sarà il conferimento dell’incarico). Da un primo esame, a provocare la morte del 66enne sarebbe stato “un trauma encefalico con frattura al cranio”.

I familiari del pensionato sono assistiti dall’avvocato Tommaso Valente e potranno nominare, come l’indagato, un consulente di parte in vista dell’autopsia.