Psicoterapeuta trovato con una cintura al collo: c’è un indagato per la morte di Raffaele Marangio

C’è un indagato per la morte di Raffaele Marangio, lo psicoterapeuta in pensione trovato senza vita nella sua abitazione di Modena.

C’è un iscritto nel registro degli indagati per la morte di Raffaele Marangio, lo psicoterapeuta originario di Lecce trovato senza vita nello studio della sua abitazione a Modena. Il professionista di 78 anni che aveva dedicato la sua vita agli altri anche dopo la pensione era stato trovato con una cintura stretta attorno al collo. Suicidio, è stato il primo pensiero degli uomini in divisa quando sono entrati nella nella villetta al piano terra di via Enrico Stuffler, su segnalazione di alcuni amici a cui la figlia aveva chiesto aiuto, preoccupata perché il papà non rispondeva al telefono. Dovevano solo verificare se il 78enne stesse bene, ma quando pompieri e sanitari del 118 erano riusciti ad entrare nell’appartamento per il pensionato non c’era più nulla da fare.

Si era tolto la vita? L’ipotesi non ha convinto i familiari che non hanno mai creduto al suicidio. Marangio aveva deciso di trasferirsi a Roma, per stare più vicino alla amata figlia. Un capitolo, quello modenese, che sarebbe stato chiuso a stretto giro, dopo aver firmato il rogito per la vendita. Anche gli inquirenti, osservando il corpo riverso sul pavimento e la casa quasi vuota, avevano notato qualcosa di strano, quasi sospetto, tanto da non escludere altre piste “alternative”. La posizione del corpo, innaturale come sarebbe stato confermato dall’autopsia che non ha escluso la possibilità che il cadavere sia stato girato e spostato dopo la morte. E ancora i lividi che fanno pensare che sia stato aggredito alle spalle e la mancanza di segni di effrazione che hanno depennato dalla lista la rapina.

L’accusa ipotizzata era di omicidio volontario, a carico di ignoti. Lo sconosciuto ora avrebbe un volto e un nome, si tratterebbe di un giovane straniero di origine tunisina, che da tempo frequentava l’abitazione del 78enne. Pare che alcuni vicini li abbiano sentiti spesso litigare animatamente. Il movente resta ancora tutto da chiarire.

Bisognera attendere di conoscere altri elementi per completare il puzzle. Le analisi delle eventuali telecamere di videosorveglianza installate nella zona, gli accertamenti sul telefono della vittima per ricostruire gli ultimi contatti, così come sulle celle agganciate da eventuali cellulari al momento dell’omicidio, avvenuto probabilmente nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 luglio. E ancora la comparazione con tracce le isolate nell’abitazione di Marangio.

Saranno le indagini – coordinate dalla Procura di Modena – a far luce sull’accaduto. Al momento la morte del professore è ancora un mistero.