
È stato rintracciato e fermato dai Carabinieri Filippo Manni, il 21enne accusato di aver ucciso la madre, Teresa Sommario, colpendola più volte alla testa con una piccola accetta. Una tragedia familiare che si è consumata tra le mura di casa e che ora lascia dietro di sé sgomento, domande e un silenzio difficile da colmare. Il dolore si fa spazio tra le strade di un paese di poco più di 10mila anime che non trova parole.
Il giovane, conosciuto come un ragazzo tranquillo, era tornato a Racale da circa tre settimane. Da Roma, dove studiava Economia, aveva fatto rientro nella cittadina per partecipare alla festa patronale in onore di San Sebastiano e, da qualche giorno, aveva iniziato a lavorare come bagnino in uno stabilimento balneare del litorale. Una vita apparentemente serena, senza segnali allarmanti. Nulla, stando ai racconti di chi conosceva la famiglia, lasciava presagire quanto accaduto.
L’omicidio
Secondo le prime ricostruzioni, all’origine dell’omicidio ci sarebbe una lite, una discussione legata a un incidente finita in tragedia. Il ragazzo avrebbe colpito, più volte, la madre lasciandola in una pozza di sangue. Sarebbe stato il fratello, richiamato dal trambusto, a scoprire l’accaduto. Ha chiesto aiuto, ma per la donna non c’è stato nulla da fare. I soccorritori, giunti sul luogo della tragedia, hanno provato a rianimarla, ma il suo cuore aveva smesso di battere.
Un tentativo disperato mentre il presunto aggressore era fuggito via. Sarebbe stato un passante a notare il ragazzo mentre vagava sulla strada per Torre Suda. Fermato dai Carabinieri è stato condotto in caserma. L’arma del delitto – una piccola accetta, compatibile con quelle in uso durante le attività scout – sarebbe stata ritrovata e sequestrata.
Teresa Sommario era conosciuta e stimata. Chi la conosceva parla di una famiglia normale, di un legame stretto con i figli, di nessun segnale che potesse far presagire una simile esplosione di violenza.
Il gesto, improvviso e incomprensibile, lascia sgomenta l’intera comunità. «Non ci sono parole», ripetono amici, vicini, conoscenti. Le indagini, condotte dai Carabinieri della Compagnia di Casarano e dal Nucleo Investigativo di Lecce, dovranno ora fare luce su quanto accaduto e chiarire se alla base del gesto vi siano elementi ancora sconosciuti.
Dietro la cronaca c’è una famiglia distrutta. Dietro ai fatti, restano il dolore e lo sconcerto. Un padre, Daniele Manni, che in passato era stato assessore ai lavori pubblici nel comune di Racale, che solo poche ore prima aveva riaccompagnato a casa il figlio. Una madre che non c’è più. Una vita, quella di Filippo, che ora affronta un futuro segnato da un’accusa gravissima. E una comunità, quella di Racale, che si interroga su come sia potuto accadere un simile dramma tra le case e i volti di ogni giorno.
Il sindaco: “Sono sconcertato e senza parole”
Particolarmente colpito Antonio Salsetti, sindaco di Racale, che conosceva bene la famiglia Manni:“È una tragedia che non ha una spiegazione. Non ha un motivo, nasce dal nulla. Conosco la famiglia da tantissimi anni. È un momento duro. Faccio fatica a pensare a quanto sia accaduto. Non c’era alcuna avvisaglia. Sono sconcertato e senza parole.”
Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Parliamo di un ragazzo come tanti, senza alcun problema. È un giovane universitario, studiava a Roma, da dove era tornato poco fa.”