Omicidio Salvatore Padovano: chiesto l’ergastolo per Pianoforte nel secondo processo di Appello

La Procura chiede nuovamente l’ergastolo per Giorgio Pianoforte, nel secondo processo d’Appello sull’omicidio di Salvatore Padovano, detto ‘Nino Bomba’, avvenuto il 6 settembre del 2008.

Innanzi ai giudici di Taranto (Presidente De Scigliolo), il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone ha ribadito la sua richiesta. Già in primo grado e nell'altro processo di Appello, il 52enne di Gallipoli, cugino di Padovano, era stato condannato al carcere a vita. Successivamente, la Corte di Cassazione aveva annullato con rinvio la sentenza e si è così giunti ad un nuovo processo.
 
Nella giornata di ieri ha discusso l'avvocato Luigi Corvaglia, legale di Pianoforte. Egli ha chiesto l'assoluzione del proprio assistito. Il procuratore aggiunto MIgnone ha inoltre invocato la conferma della sentenza di condanna a 6 anni e 2 mesi per  Massimiliano Scialpi.La decisione dei giudici è prevista per la fine di maggio.
 
La Cassazione aveva invece già confermato la condanna di Fabio Della Ducata e Cosimo Cavalera a 11 e 8 mesi e di Giuseppe Barba a 5 anni e 9 mesi.
 
Invece, nel primo processo di Appello era stato inflitto l'ergastolo per Rosario Pompeo Padovano, La dottoressa Elsa Valeria Mignone, nella sua requisitoria aveva sottolineato la matrice mafiosa dell'esecuzione, scaturita dai contrasti sorti tra i Padovano, dopo la loro scarcerazione per assumere la direzione dell’associazione.
 
Dunque, sarebbe maturata la decisione di Rosario Padovano, in qualità di mandante, di far uccidere Salvatore per mano di Carmelo Mendolia, collaboratore di giustizia ed autoaccusatosi dell'omicidio, già condannato a 14 anni con il rito abbreviato. Della Ducata  avrebbe fornito al killer ospitalità a Gallipoli. Pianoforte, cugino dei Padovano, avrebbe attirato Salvatore fuori dalla pescheria di famiglia con una scusa. In realtà, ad attenderlo vi era Mendolia che l'avrebbe freddato con quattro colpi di pistola.



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