
Si aprirà oggi davanti alla Corte d’Assise e d’Appello di Taranto il processo di secondo grado per l’omicidio dell’allora 15enne Sarah Scazzi e con esso ripartirà anche il circo mediatico che dal 26 agosto di quattro anni fa, giorno in cui la giovanissima di Avetrana fu uccisa, ha accompagnato questa terribile vicenda.
A poche ore dal ritorno in aula di tutti gli imputati, a cominciare da Sabrina Misseri e sua madre Cosima Serrano, condannate all’ergastolo, si fa sempre più insistente l’indiscrezione secondo la quale la difesa delle due donne chiederà che venga riaperta la fase istruttoria e che vengano cercate nuove prove a supporto dell’innocenza delle due, rispettivamente cugina e zia di Sarah Scazzi.
L’accusa, invece, spera che si tratti di un processo breve: le due donne sono colpevoli, le prove sono già state discusse a lungo nel procedimento di primo grado e i giudici non dovranno far altro che confermare la sentenza di primo grado.
La decisione è come al solito nelle mani dei giudici. Una certezza: se si dovesse riaprire la fase dibattimentale i tempi si allungheranno di molto e il rischio che le due imputate vengano rilasciate è più che concreto. Il 20 gennaio 2015, due mesi a partire da ora, scadranno i termini di custodia cautelare e se entro quella data non verrà emessa la sentenza d’appello Sabrina Misseri e Cosima Serranno dovranno lasciare il carcere ed essere giudicate a piede libero.