29enne uccisa con venti coltellate a Specchia Gallone. L’ex fidanzato chiederà nuovamente il rito abbreviato

Si è svolta davanti ai giudici della Corte d’Assise la prima udienza del processo a carico di Salvatore Carfora, 38enne di Torre Annunziata accusato di omicidio volontario aggravato.

È iniziato, questa mattina, il processo a carico di Salvatore Carfora, il 38enne di Torre Annunziata accusato dell’omicidio della ex compagna, la 29enne originaria di Rimini, Sonia Di Maggio. Davanti ai giudici della Corte d’Assise (Presidente Pietro Baffa, a latere Francesca Mariano e giudici popolari), presso l’aula del Tribunale di viale De Pietro, l’avvocato dell’imputato ha annunciato che chiederà nuovamente il rito abbreviato. La difesa non ha presentato alcuna richiesta di perizia psichiatrica per Carfora.

Rircordiamo che, nei giorni scorsi, il gip Sergio Tosi ha rigettato l’istanza di rito alternativo sulla base della norma di legge dell’aprile del 2019 che esclude il giudizio abbreviato (consente lo sconto di pena di un terzo) per i reati punibili con l’ergastolo. La difesa ha comunque deciso di reiterare la richiesta, nel caso in cui nel corso del processo dovessero “cadere” le aggravanti della premeditazione, dei futili motivi e dell’aver agito con crudeltà, in relazione al reato di omicidio volontario contestato dal pm Alberto Santacatterina, presente oggi in aula.

L’imputato non ha presenziato alla prima udienza del processo.

L’avvocato Mario Blandolino, difensore dei familiari della vittima, ha chiesto un rinvio per permettere la notifica del decreto di citazione alla sorella minore di Sonia che consentirebbe la sua costituzione di parte civile, oltre a quella dei genitori. La prossima udienza è stata fissata per il 16 novembre.

Salvatore Carfora risponde dell’accusa di omicidio aggravato dalla premeditazione, “essendosi appositamente recato da Napoli (dove risiedeva) a Minervino, armato di un coltello, allo scopo di cagionare la morte di Sonia Di Maggio”. La Procura contesta anche l’aggravante dei futili motivi, “per un abnorme stimolo possessivo nei confronti della vittima, che era stata legata a lui in una relazione sentimentale ormai interrotta”. Carfora risponde infine di stalking, verso Sonia ed il nuovo compagno, al quale indirizzava messaggi telefonici del tipo: “Meglio che rinunci a Sonia se no ti faccio fare una brutta fine…decidi bene”.

Ricordiamo che nei mesi scorsi, il medico legale Alberto Tortorella ha eseguito l’autopsia sul corpo della giovane. Sonia è stata attinta da circa venti coltellate, al collo e alla testa, sferrate con ferocia e brutalità. E poi, c’e la relazione del consulente informatico Claudio Leone. Dalla consulenza sono emersi numerosi messaggi scritti da Carfora, in cui emergeva il suo “amore malato” verso Sonia, come l’ha definito il gip Giulia Proto nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo e disposto il carcere.

La ricostruzione dei fatti

L’omicidio è avvenuto il 1 febbraio del 2021, a Specchia Gallone. Salvatore Carfora dopo aver lasciato il dormitorio pubblico nei pressi della stazione di Napoli, si è messo a bordo di un treno diretto nel Salento, in piena emergenza Covid. E poi, ha raggiunto la frazione di Minervino, con l’autobus della Sud-Est, partendo da Lecce intorno alle 18.00. E ha chiesto all’autista di fermarsi quando, giunto sul posto, ha visto Sonia in compagnia del fidanzato. E poi, sceso dal bus, ha messo in atto il brutale omicidio della ex, intorno alle 19. In base a varie testimonianze, tra cui quella del nuovo fidanzato di Sonia, il 38enne campano ha colpito la giovane alle spalle; l’ha trascinata sull’asfalto e l’ha martoriata con altri fendenti. Alcuni sferrati in pieno volto. È stato però riconosciuto dal fidanzato della vittima che aveva visto una sua foto sui social e grazie anche alla luce di un lampione che illuminava il suo volto. Una signora è stata la prima testimone oculare del femminicidio e dopo aver soccorso la giovane e chiamato il 118, le avrebbe tamponato le gravi ferite con un ascigumano in attesa dei soccorsi.

Il fermo dell’ex fidanzato

Carfora è stato poi fermato ad Otranto, grazie anche alla segnalazione di un commerciante. In passato il 38enne campano aveva già picchiato la sua ex, che presentava una cicatrice sul volto dovuta ad un pugno. E Sonia era sfuggita alle sue violenze, recandosi in Salento. Carfora, però, non si arrendeva e si recava prima a Rimini dalla madre della giovane. Dopo aver carpito con l’inganno il numero di telefono del nuovo compagno, iniziava a perseguitarlo e minacciarlo. Carfora, nel corso dell’interrogatorio in carcere, ha confessato l’omicidio, ma ha sostenuto che era sceso in Salento per avere un chiarimento con la ex compagna e chiederle di tornare con lui. Di fronte al rifiuto di Sonia, ha perso la testa, si è sfilato il coltello dalla cintola dei pantaloni e l’ha colpita.

Successivamente è arrivata, l’istanza di giudizio immediato del sostituto procuratore Alberto Santacatterina. La Procura ha ritenito evidenti gli elementi di prova raccolti e dunque sufficienti per bypassare l’udienza preliminare. Ed a stretto giro, il gip Giulia Proto, attraverso apposito decreto, ha accolto la richiesta di giudizio immediato e si arrivato al processo odierno. Innanzi alla Corte d’Assise.



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