Omicidio di Via Montello, il giudice sui colloqui in carcere tra De Marco e gli psichiatri: ‘Sì, ma senza test’

È quanto stabilito dal gip Michele Toriello, dopo l’istanza degli avvocati Renata Minafra e Mario Fazzini, per conto della famiglia di Daniele De Santis.

Antonio De Marco può incontrare in carcere i consulenti, ma senza sottoporsi a test psicodiagnostici. È quanto stabilito dal gip Michele Toriello, dopo l’istanza presentata al pm Maria Consolata Moschettini, dagli avvocati Renata Minafra e Mario Fazzini per conto della famiglia di Daniele De Santis, ucciso a coltellate dallo studente 21enne, assieme alla fidanzata nella casa di via Montello.

Il giudice ha revocato la già concessa autorizzazione, limitatamente alla suddetta questione, confermando per il resto quanto disposto. Secondo il gip, ‘appare opportuno disporre che all’indagato non siano sottoposti test psicodiagnostici, la cui somministrazione potrebbe interferire con un eventuale futuro analogo esame da svolgere nel contraddittorio delle parti a mezzo di periti’. I legali della famiglia De Santis ritengono che tali test possano condizionare la successiva perizia psichiatrica, sulla scorta del parere espresso dal loro consulente di parte Massimo Picozzi.

Intanto continuano gli incontri in carcere, tra De Marco e gli psichiatri Elio Serra e Felice Carabellese, nominati dagli avvocati Andrea Starace e Giovanni Bellisario, in vista di un’eventuale richiesta di perizia psichiatrica. Gli specialisti attraverso quattro complessivi colloqui in carcere (l’ultimo è previsto per il 18 novembre) con l’omicida reo confesso di Daniele De Santis ed Eleonora Manta, dovranno valutare il suo stato di salute mentale e la capacità d’intendere e di volere al momento dei fatti. Al termine degli stessi, gli avvocati di De Marco stabiliranno se avanzare al gip, la richiesta di perizia psichiatrica, magari nell’ambito dell’incidente probatorio.



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