È stata denominata “Metallo” l’operazione di servizio nel settore dei reati ambientali condotta dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce sotto la direzione del sostituto procuratore Valeria Farina Valaori della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce.
Le investigazioni svolte dai militari della Tenenza di Maglie hanno permesso di acquisire un rilevante quadro probatorio nei confronti degli amministratori, dipendenti e/o collaboratori della Recuperi Romano Srl, situata nella zona industriale di Surano.
Gli indagati, in concorso tra loro, al fine di conseguire un ingiusto profitto, attraverso l’allestimento di mezzi e attività continuative organizzate, acquistavano, ricevevano e gestivano abitualmente e abusivamente ingenti quantitativi di rifiuti speciali provenienti da numerosi conferitori della zona dediti all’attività di raccolta, trasporto e commercializzazione di materiale metallico, risultati non iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali in violazione dell’art. 256 del D. L.vo n. 152/2006.
Le attività di servizio, nello specifico, hanno evidenziato come la società salentina dedita allo smaltimento dei rottami metallici, nel corso di quasi 3 anni, abbia beneficiato della cessione di materiale metallico per quasi 10 mila tonnellate fatturate in regime di reverse charge (inversione contabile) ex art. 74 del D.P.R. n. 633/1972, per un valore complessivo di oltre due milioni e 400mila euro.
Le indagini svolte dai Finanzieri hanno confermato il “modus operandi” illecito posto in essere da tutti coloro che agivano in nome della Società, i quali, pur ammonendo talvolta gli operatori economici sprovvisti di autorizzazione circa il rischio al quale si esponevano nel trasportare e scaricare il materiale metallico, fornivano loro – in ogni caso – istruzioni specifiche affinché venisse operato lo scarico illecito presso la sede della medesima.
Sono ben 79 le persone raggiunte in questi giorni da avviso di garanzia, dei quali 4 fanno parte della compagine della società di smaltimento e dovranno rispondere per l’illecita attività posta in essere in violazione dell’art. 260 del D.Lgs. n. 152/06 e art. 452-quaterdecies del Codice Penale. Si tratta di Antonio Romano, 37enne di Montesano Salentino, attuale amministratore ( in carica dal dicembre del 2017) e Roberto Romano, 65enne di Miggiano, (ex amministratore fino al dicembre del 2017); i dipendenti, Eros Verardo, 35enne e Maria Doris Rizzo, 49enne.
Ammontano a 75, invece, le persone che hanno conferito, identificati dalla Guardia di Finanza nel corso delle indagini eseguite, tutti della provincia di Lecce, titolari di partita Iva, che dovranno rispondere per aver posto in essere un’attività di raccolta, trasporto e commercializzazione di materiale metallico, pur non essendo iscritti all’Albo dei Gestori Ambientali in violazione dell’art. 256 del D. L.vo n. 152/2006.
L’intero complesso aziendale della società salentina indagata è stato, infine, sottoposto a sequestro preventivo per violazione del Decreto Legislativo nr. 231/2001 in materia di responsabilità amministrativa dell’ente.