Avevano costituito un vero e proprio sodalizio criminale, specializzato in truffe ai danni di società finanziere, banche e compagnie assicurative nel territorio salentino e per questi motivi, quattro persone, tre uomini e una donna, sono stati arrestati dai militari delle Fiamme Gialle di Lecce.
Gli arrestati
Al termine di una serie di complesse indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, nella persona del Sostituto Stefania Mininni e eseguite dalla Guardia di Finanza, è stata data esecuzione ad un’ordinanza applicativa della misura degli arresti, emessa dal Giudice per le indagini preliminari, Giovanni Gallo, nei confronti: Domenico Cezza, 51enne nato a Maglie, ma residente a Poggiardo; Pantaleo Martano 55enne, nato e residente a Melendugno; Anna Pantalea De Pascalis, 53enne nata e residente a Martano e Orazio Orlacchio, 49enne, nato a Arpaia in provincia di Benevento, ma residente a Poggiardo. Per i primi due si sono aperte le porte del carcere, per i secondi i domiciliari.
L’operazione “Camaleonte”
L’operazione, denominata “Camaleonte”, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria di Lecce, ha permesso di portare alla luce un elaborato sistema criminale votato alla commissione di reati contro il patrimonio, attraverso la falsificazione di documenti e atti pubblici, attivo nella provincia di Lecce, ma con interessi anche nel brindisino.
Si parte da un mutuo ipotecario
Gli uomini di “Piazzetta dei Peruzzi” hanno sviluppato le indagini partendo dalla ricostruzione delle vicende legate a un mutuo ipotecario erogato dalla filiale del Monte dei Paschi di Siena di Galatina, in favore di una persona presentatasi quale agente della “Polizia di Stato”, ma le cui generalità, in realtà, appartenevano a uno sportivo, un ex fantino di origine toscana, defunto nel 2014. Il mutuo erogato dall’istituto di credito, per un importo di 100mila euro a fronte di una operazione fittizia di compravendita immobiliare, abilmente orchestrata, è stato spartito tra i componenti dell’organizzazione ed è rimasto, naturalmente, insoluto, non essendo più la banca truffata in grado di rintracciare il fantomatico agente di polizia.
Le modalità della truffa
Proprio questa vicenda, ha consentito agli investigatori di risalire alle modalità operative dell’organizzazione, arrivando a delineare l’esistenza di un gruppo ben organizzato di persone, stabilmente dedito alla contraffazione di documenti di identità, buste paga e certificazioni amministrative mediante l’uso di dati anagrafici falsi o appartenuti a soggetti defunti (molti dei quali ex sportivi), al fine di trarre in inganno istituti di credito, assicurazioni e società finanziarie.
La compiacenza dei dipendenti
Le truffe sono state orchestrate anche grazie alla compiacenza di dipendenti delle società truffate, che hanno emesso volontariamente l’esecuzione dei necessari controlli sui documenti esibiti presso la banca, consentendo così al principale esponente dell’associazione per delinquere di portare a compimento i crimini.
False polizze
L’organizzazione si è poi resa attiva realizzando anche una truffa nei confronti di una nota società di assicurazioni mediante l’attivazione di numerosissime false polizze sulla vita a carico di persone inesistenti, con il proposito di incassare la provvigione prevista per l’agente che, in qualità di componente effettivo della banda, ha contribuito a presentare presso un’agenzia brindisina i documenti falsi che gli altri complici avevano predisposto, anche mediante tecniche di “digital editing”, preoccupandosi poi, una volta incassata la provvigione, di spartire i guadagni così ottenuti.
L’analisi dei documenti
I complessivi accertamenti condotti dai militari mediante un’attenta analisi dei documenti, tramite l’incrocio dei dati emersi, spesso seguendo e filmando gli spostamenti dei componenti della banda, hanno permesso di verificare come gli arrestati abbiano alterato non meno di 160 contratti di assicurazione sulla vita oltre ad aver truffato il Monte dei Paschi di Siena ottenendo un mutuo di 100mila euro e compensi di provvigioni assicurative per circa 130 mila euro.
Le indagini, infine, hanno consentito non solo di rivelare le condotte illecite tenute, ma anche di contestualizzare le stesse nell’ambito del tessuto imprenditoriale salentino, collegando le attività degli arrestati con le dinamiche criminose ai danni di società finanziarie della zona, connotate dallo stesso modus operandi tutte riconducibili ai componenti del sodalizio criminale.
Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Dimitry Conte, Umberto Leo e Mario Blandolino.