Operazione “Efesto” su armi e controllo dei bus navetta a Gallipoli: Condannato a 7 anni

La sentenza nei confronti di Moreno Galluzzo, 46enne gallipolino, è stata emessa dal gup Sergio Tosi al termine del rito abbreviato.

Si conclude con la condanna a 7 anni il processo a carico di Moreno Galluzzo nell’ambito dell’inchiesta Efesto, sul controllo del servizio navette a Gallipoli.

La sentenza è stata emessa dal gup Sergio Tosi al termine del rito abbreviato. Il 46enne gallipolino rispondeva dei reati di: traffico clandestino di armi da fuoco e relativo munizionamento; danneggiamento seguito da incendio ai danni del mezzo di lavoro di un esercente nell’attività di noleggio con conducente e tentata estorsione ai danni di quest’ultimo, per costringere lo stesso, con minacce ed atti idonei in modo non equivoco, a non esercitare più l’attività lavorativa. Per questo episodio, l’imputato è stato assolto per non aver commesso il fatto.

E poi è arrivata la condanna per tentata estorsione aggravata, nei confronti di un altro datore di lavoro e del proprio dipendente per costringere gli stessi, con minacce a non esercitare nella città di Gallipoli la propria attività lavorativa nel settore del noleggio con conducente.

Moreno Galluzzo è difeso dall’avvocato Roberto De Mitri Aymone e presenterà ricorso in Appello.

Ricordiamo che nel febbraio scorso, gli agenti di polizia giudiziaria del Commissariato di Gallipoli hanno dato esecuzione a 6 ordinanze di custodia cautelare e relativi decreti di sequestri preventivi emesse dal G.I.P., Cinzia Vergine su richiesta del Pubblico Ministero Giovanna Cannarile.

L’operazione di polizia ha preso il nome del dio “Efesto” che, nella mitologia greca, rappresentava  il dio del fuoco, delle fucine e della metallurgia, tanto che la leggenda narra che abbia forgiato per gli dei dell’olimpo splendide armi.

L’attenzione degli investigatori si è soffermata, sul titolare di porto d’armi, Moreno Galluzzo che, insieme ad un’altra persona aveva acquistato, nell’arco temporale di un solo mese, complessivamente ben 12 armi, tra cui 3 revolver, 8 pistole semiautomatiche ed un fucile a pompa, con relativo munizionamento.

I poliziotti hanno scoperto, proprio a seguito delle indagini, che i due avevano complessivamente immesso nel circuito clandestino 18 potenti armi da fuoco perfettamente funzionanti ed, allo stato, da ricercare, motivo per il quale sono stati emessi i relativi decreti di sequestro preventivo.

Armi da fuoco, in parte cedute illegalmente a Gabriele Fiore e Salvatore Fiore che, a loro volta, a seguito di mirati controlli presso le rispettive abitazioni risultavano essersi disfatti delle stesse.

Dall’attività investigativa è poi emerso, che nella notte del 30 maggio del 2019 il Galluzzo, in concorso, sempre con quella stessa persona con cui aveva acquistato tutte le 12 armi, durante le fasi preliminari del piano criminoso che era stato precedentemente pianificato con Giuseppe Imperatore, suo datore di lavoro nell’attività di NCC (noleggio con conducente), ha materialmente appiccato fuoco al mezzo di lavoro di un esercente l’attività di noleggio con conducente e, peraltro, ex dipendente dell’Imperatore, nell’azienda di noleggio con conducente.

Sempre dall’attività investigativa è emersa, infine, la presunta responsabilità di Luigi Cardellini, che, insieme al Galluzzo, dopo aver minacciato un titolare di una non meglio identificata azienda di noleggio con conducente proveniente da un’altra città, avevano costretto le vittime a non esercitare nella città di Gallipoli l’attività lavorativa di autisti di bus navetta.

Invece, è fissata il 14 ottobre, dinanzi al gup Giovanni Gallo, l’udienza sulla richiesta di patteggiamento per: Sara Pisanello, 39enne di Gallipoli, moglie di Galluzzo; Salvatore Fiore, 30enne e Gabriele Fiore, 50enne, entrambi di Alezio; Giuseppe Imperatore, 40enne di Gallipoli.

Sono assistiti dai legali: Speranza Faenza, Luigi Suez, Fabio Vincenti e Daniele Cataldi.

Invece, dopo il decreto di giudizio immediato, è finito sotto processo dinanzi ai giudici della seconda sezione, Luigi Cardellini, 46 anni, di Gallipoli, difeso dagli avvocati Angelo Ninni e Stefano Prontera.



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