Operazione “Le Veneri”: altri tre arrestati si avvalgono della facoltà di non rispondere

Solo la 29enne di Tuglie ha rilasciato spontanee dichiarazioni sostenendo di essere estranea all’associazione. Finito l’interrogatorio il giudice ha escluso questo reato

Sono terminati gli interrogatori di garanzia degli arrestati nell’ambito dell’operazione investigativa “Le Veneri”. Hanno fatto “scena muta” dinanzi al gip Simona Panzera anche gli indagati finiti ai domiciliari.

Hanno scelto la via del silenzio: Addolorata Donadei, intesa Ada, 31 anni di Parabita (difesa dall’avvocato Luca Laterza); Michel Perdicchia, 30 anni di Matino (difeso dagli avvocati Alberto e Luigi Corvaglia); Valeria Manco, 29 anni di Tuglie (difesa dall’avvocato Maria Greco). Quest’ultima ha però rilasciato spontanee dichiarazioni sostenendo di essere estranea all’associazione. Al termine dell’interrogatorio, il giudice ha accolto l’istanza della difesa ed attraverso apposita ordinanza ha escluso nei suoi confronti questa ipotesi di reato.

Già ieri si è avvalso della facoltà di non rispondere, Giorgio Pio Bove, 34 anni di Parabita, ritenuto a capo dell’associazione. Il presunto boss ha rilasciato solo spontanee dichiarazioni, sottolineando l’estraneità della moglie Addolorata Donadei, ai fatti contestati.

E poi “scena muta” per Metello Durante, 30 anni di Tuglie; Cosimo Francone, 51 anni di Tuglie e Salvatore Martello De Maria, 47 anni di Tuglie, Giorgio Bove, 25 anni di Matino ed Antonio Manco, 32 anni di Parabita. Sono difesi dagli avvocati Angelo Ninni, Luca Laterza e Maria Greco.

Nell’ordinanza di custodia cautelare si fa riferimento alla figura centrale di Giorgio Pio Bove. L’associazione a delinquere, capitanata da quest’ultimo, legato al clan Giannelli, secondo la Procura, si occupava della distribuzione di droga al dettaglio (cocaina, hashish e marijuana), attraverso i sodali Giorgio Bove e Michel Perdicchia per il territorio di Matino. Invece, Metello Durante a Cosimo Francone si occupavano dello spaccio nella zona di Tuglie. E come detto, dopo l’arresto di Giorgio Pio Bove, nel dicembre del 2018, la moglie Addolorata Giannelli, riceveva le sue direttive durante in colloqui in carcere e le trasmetteva a Salvatore Martello De Maria, suo principale referente.

E poi, Antonio Manco, uno dei sodali dell’associazione, provvedeva agli approvvigionamenti di stupefacenti, in particolare gestendo i rapporti con i fornitori di Monteroni. Mentre Rosario Casarano svolgeva il ruolo di corriere nel medesimo territorio di spaccio. Invece Valeria Manco, dopo l’arresto del fratello Antonio, lo avrebbe sostituito nell’attività di distribuzione degli stupefacenti.



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