Partecipò a due sparatorie con i Carabinieri in cui morirono i complici. 60enne di Leverano condannato a 16 anni

Il collegio della prima sezione penale ha condannato Salvatore Antonio Marra. Risponde dei reati continuati di tentato omicidio, rapina aggravata e detenzione illecita di arma da fuoco, al termine dell’operazione investigativa denominata ‘Raptors’ di ventisei anni fa.

Avrebbe partecipato a ben due conflitti a fuoco in cui, ventisei anni fa, persero la vita i suoi complici, vennero gravemente feriti un maresciallo dei carabinieri e due appuntati ed oggi per Salvatore Antonio Marra è arrivata la condanna. Il collegio della prima sezione penale, Presidente Francesca Mariano (a latere Sergio Tosi ed Alessandra Sermarini) ha inflitto una pena di 16 anni nei confronti del 60enne originario di Leverano ma residente ad Ancona. 

L'uomo risponde secondo l'accusa, rappresentata oggi in udienza dal pubblico ministero Maria Vallefuoco, dei reati continuati di tentato omicidio, rapina aggravata e detenzione illecita di arma da fuoco, al termine dell'operazione investigativa denominata "Raptors".

I fatti fanno riferimento a due sanguinosi episodi avvenuti nella prima settimana di giugno del 1995 anni fa ad Alezio e Melendugno. Secondo la Procura, Salvatore Antonio Marra, Domenico Campeggio e Antonio De Santis facevano parte del commando armato che sfuggi all'Alt dei Carabinieri di Gallipoli. 

I tre malviventi a bordo della loro vettura sarebbero finiti addosso a quella in cui si trovavano due appuntati, esplodendo numerosi colpi di pistola. I militari per sfuggire alla furia dei banditi, sarebbero scesi dalla macchina; uno di essi avrebbe cercato di trovare riparo presso un abitazione dei dintorni, mentre l'altro in un vicolo adiacente.

Durante la sparatoria avvenuta ad Alezio avrebbe perso la vita proprio uno dei rapinatori, Antonio De Santis. Marra e Campeggio si impossessarono dell'auto e delle armi in dotazione ai Carabinieri. In seguito alla morte del complice, i due decisero di vendicarlo.

Successivamente, secondo l'accusa, si recarono a Melendugno con l'intenzione di "fargliela pagare" a un maresciallo dei  Carabinieri di Gallipoli , per la morte di De Santis, ucciso da un sottufficiale. Tre pallottole lo raggiunsero al volto, al petto e alla spalla, ma l'uomo riuscì a salvarsi; nel corso del conflitto a fuoco con i due malviventi, il Carabiniere avrebbe freddato Domenico Campeggio (era uno dei luogotenenti di Antonio Screti, il cassiere della Sacra Corona). Durante la degenza in Ospedale, anche il presidente della Repubblica inviò al carabiniere ferito un messaggio d' auguri.

Dopo il secondo conflitto a fuoco è cominciata una gigantesca caccia agli uomini del commando, culminata con l'arresto di Marra.

Salvatore Antonio Marra e assistito dall'avvocato Donata Perrone.



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