Dovrà difendersi dalle accuse di tentata estorsione in concorso e rapina, Stefano Monaco, il 29enne di Lecce protagonista di un pomeriggio di violenza. I guai per il ragazzo sono cominciati quando un giovane, originario del brindisino, ha bussato alla porta della Polizia per raccontare agli agenti di essere stato aggredito e rapinato mentre si trovava a Santa Rosa, uno dei quartieri del capoluogo barocco.
In realtà la storia era un po’ più complicata, forse legata a questioni di droga, ma gli uomini in divisa, nel giro di pochi giorni, sono riusciti a raccogliere tutte le prove necessarie alla Procura per chiedere (e ottenere) dal Gip un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’aggressore. E per il 29enne si sono aperte le porte di Borgo San Nicola.
La scintilla…
Nella denuncia che ha permesso ai militari di avviare le indagini, il giovane ha raccontato che sabato 19 gennaio si trovava nel quartiere Santa Rosa, quando è stato aggredito e rapinato. Non da uno “sconosciuto”, ma dal 29enne che gli aveva portato via la Fiat Punto. Macchina poi ritrovata, seppur senza le chiavi di accensione, non distante dal luogo dell’aggressione.
La sua colpa? Solo quella di per aver provato a ‘difendere’ un conoscente. A scatenare tanta rabbia, forse, i debiti che il conoscente del ragazzo malmenato aveva ‘collezionato’ con Monaco.
Le conferme al suo racconto sono arrivate quando il personale della squadra mobile si è diretto sul posto. La stessa sera, il 29enne, insieme ad altri tre “amici” rimasti ignoti, aveva aggredito un conoscente del giovane brindisino pretendendo da lui una non meglio quantificata somma di denaro, per debiti contratti forse per questioni legate al mondo della droga.
Non era riuscito a fargli male solo perché era intervenuto il ragazzo che poi ha presentato la denuncia. Mettendosi letteralmente in mezzo, ha consentito la fuga all’amico. Monaco a quel punto se l’è presa con lui, sottraendogli, con minacce e percosse, le chiavi dell’auto, con cui si è allontanato.
Le indagini hanno permesso di dare un nome all’aggressore, raggiunto nei giorni scorsi da una Ordinanza applicativa della misura coercitiva della Custodia Cautelare in Carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Lecce.
