Il processo sull’omicidio del falegname di Castri è ricominciato questa mattina.
Dinanzi alla Corte d’Assise di Lecce (presidente Pietro Baffa, a latere Cinzia Vergine e giudici popolari), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, sono state affrontate alcune questioni preliminari. Sul banco degli imputati, dopo che sono state riunite le quattro posizioni, compaiono Patrizia Piccinni, 49 anni, di Alessano (difesa dall’avvocato David Alemanno); Antonio Esposito, 39enne, di Corsano (assistito dall’avvocato Luca Puce); Emanuele Forte, 30 anni di Corsano (difeso dall’avvocato Marco Costantino); Angela Martella, 58 anni di Salve (assistita dall’avvocato Silvio Verri). Rispondono dell’ipotesi accusatoria di omicidio a scopo di rapina.
Il legale della Piccinni ha chiesto una perizia psichiatrica per la propria assistita. La Corte ha accolto la richiesta ed ha conferito l’incarico alla psicologa Michela Francia. L’inizio delle operazioni peritali è fissato per il 12 giugno.
I risultati della perizia, che dovrà accertare la capacità d’intendere e di volere al momento dei fatti e la capacità di stare in giudizio dell’imputata, verranno illustrati nell’udienza del 3 ottobre.
Inoltre, in quella data, verranno ascoltati i primi testimoni del pm Maria Consolata Moschettini.
I familiari della vittima si sono già costituiti parte civile, attraverso l’avvocato Cristiano Solinas.
Va detto che, nelle settimane scorse, era stata respinta la richiesta della difesa di rito abbreviato (permette lo sconto di pena un terzo) per tre imputati. Il gip Silvia Saracino, aveva confermato l’ipotesi accusatoria di omicidio a scopo di rapina e rigettato l’istanza per la Piccinni per Esposito e Forte. I legali chiedevano l’esclusione dell’aggravante “di aver commesso il delitto di omicidio allo scopo di eseguire quello di rapina”.
Invece, Angela Martella non aveva presentato richiesta di riti alternativi.
Ricordiamo che la Corte d’Assise di Lecce, nel corso dell’udienza del febbraio scorso, dopo la questione preliminare avanzata dalla difesa di tre imputati, aveva disposto la restituzione degli atti al gip, che aveva rigettato la richiesta di abbreviato. Difatti, in base ad una nuova norma prevista dalla legge Cartabia, il giudice per le indagini preliminari avrebbe dovuto convocare la camera di consiglio.
In precedenza, il gip Laura Liguori aveva emesso un decreto di giudizio immediato, come richiesto dal pm Maria Consolata Moschettini, nei confronti di Martella, Piccinni, Esposito e Forte. I primi tre furono arrestati e condotti in carcere nell’ottobre scorso, a seguito di ordinanza di custodia cautelare. Alcuni giorni dopo l’interrogatorio di garanzia, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce eseguirono anche l’arresto di Forte che inizialmente era indagato a piede libero.
L’indagine ha fatto luce sul grave fatto di sangue avvenuto a Castri di Lecce, l’11 giugno 2022, quando il pensionato Donato Montinaro, falegname 75enne del posto, è stato trovato senza vita nella sua abitazione (legato, imbavagliato e con segni di percosse).
L’uomo, come emerso dall’autopsia, eseguita dal medico legale Roberto Vaglio, è morto a seguito di “asfissia da soffocamento”.
In base a quanto emerso nel corso dell’inchiesta, i quattro dopo essersi introdotti nell’abitazione, avrebbero percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima, legando le mani e i piedi. E si sarebbero allontanati dall’abitazione portando con loro anche una motosega e una somma di denaro in contanti.
Sono risultate fondamentali ai fini delle indagini, le immagini degli impianti di videosorveglianza, le intercettazioni e l’ascolto di alcuni testimoni.