Pesca illegale a San Foca, sequestrati oltre 170 kg di prodotto ittico e rete irregolare

Durante il controllo, i militari hanno accertato che le maglie della rete misuravano circa 25 mm, una dimensione notevolmente inferiore ai 50 mm previsti

Duro colpo alla pesca illegale nelle acque salentine. Nella giornata odierna, i militari della Delegazione di Spiaggia di San Foca di Melendugno, con il supporto dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Otranto, hanno condotto un’importante operazione di controllo, culminata nel sequestro di una rete da pesca a strascico non a norma e di oltre 170 kg di prodotto ittico pescato illecitamente.

Il fulcro della violazione riguarda le dimensioni delle maglie del “sacco”, la parte terminale della rete a strascico destinata alla cattura.

Durante il controllo, i militari hanno accertato che le maglie della rete misuravano circa 25 mm, una dimensione notevolmente inferiore ai 50 mm previsti dalla normativa di settore (Regolamento CE n. 1967/2006 e normative nazionali correlate). Questa misurazione è stata effettuata in modo preciso tramite il misuratore di maglia elettronico Omega mesh gauge.

L’utilizzo di maglie così strette è una pratica estremamente dannosa per l’ecosistema marino, in quanto consente la cattura indiscriminata di esemplari ittici immaturi (sottotaglia). Questi pesci giovani non hanno ancora avuto il tempo di riprodursi, compromettendo seriamente la sostenibilità delle risorse ittiche e la salute a lungo termine della biodiversità marina.

A seguito del sequestro dell’attrezzatura illecita, i militari della Guardia Costiera hanno immediatamente elevato una sanzione amministrativa di 2.000 euro al Comandante del peschereccio.

L’intervento non si è limitato alla sola multa pecuniaria. Al trasgressore è stata applicata anche una sanzione accessoria fondamentale nel contrasto alla pesca abusiva: l’irrogazione di un sistema a punti sulla licenza di pesca. In caso di ripetute violazioni, l’accumulo di punti negativi può portare alla sospensione o, nel peggiore dei casi, alla revoca del permesso di pesca, un deterrente significativo contro la recidiva.

I 170 kg di prodotto ittico sequestrato, una volta verificata l’idoneità al consumo umano da parte delle autorità sanitarie competenti, sono stati donati a enti caritatevoli. Questa prassi, oltre a dare un’immediata valenza sociale all’intervento, assicura che il pescato non finisca sul mercato illegale, tutelando sia il consumatore finale sia la tracciabilità del pescato.