Picchia la moglie incinta e spegne una sigaretta nell’orecchio della figlia. Indagato un 54enne

Queste condotte autoritarie sono confluite prima in una denuncia e poi in un divieto di avvicinamento alla casa familiare.

Minacce di morte e percosse verso la convivente, anche quando era incinta. E comportamenti violenti nei confronti delle figlie, tanto che il padre dispotico, in una circostanza, spegneva una sigaretta nell’orecchio di una delle due ragazzine. Queste condotte autoritarie sono confluite prima in una denuncia e poi in un divieto di avvicinamento alla casa familiare, a firma del gip Sergio Tosi.

Il giudice, nell’ordinanza, afferma che sussistono le esigenze cautelari, poiché “trattasi di individuo violento, il cui rapporto con la vittima è sempre stato improntato alla minaccia, alla prevaricazione ed alla prepotenza“. E vi sarebbe il rischio che l’indagato “avuta contezza del procedimento penale a suo carico… possa attentare all’incolumità fisica ed alla vita stessa della stessa“.

Il 54enne di Nardò, sulla scorta delle indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Luigi Mastroniani, risponde dell’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia pluriaggravato dai futili motivi, dalla presenza di minori e dallo stato di gravidanza della vittima.

Secondo l’accusa, l’indagato per ben sei anni (dal 2014 al 2020) avrebbe instaurato un clima di terrore dentro casa e isolato la moglie dai familiari e dalle amicizie.

L’uomo nel 2016 avrebbe spento una sigaretta nell’orecchio sinistro della figlia minorenne provocandole una bruciatura. Il motivo di tale efferata punizione? Una serata trascorsa dalla ragazzina in compagnia di amici che a lui non piacevano.

Nel 2017, invece, la moglie nonostante lo stato di gravidanza, sarebbe stata schiaffeggiata e spintonata fino ad essere indotta a trascorre la notte fuori di casa assieme alle figlie minorenni.

Non solo, poiché in altre occasioni sarebbe stata costretta a subire un rapporto sessuale contro la sua volontà, picchiata il giorno di Pasqua e insultata in presenza del bambino. E infine, il 17 agosto del 2020, il marito violento l’avrebbe afferrata al collo, nel tentativo di strangolarla, provocandole lesioni da trauma cranico, come certificato dai medici dell’ospedale di Casarano. A quel punto, la madre ed il figlio piccolo vennero momentaneamente condotti in una struttura protetta e la vittima sporse denuncia orale, attraverso l’audizione protetta alla presenza di una psicologa.

Durante le indagini è stata raccolta anche la testimonianza di una vicina di casa, a cui la vittima aveva confidato le violenze per mano del marito.

La persona offesa è assistita dall’avvocato Giuseppe Bonsegna. Invece, l’indagato è difeso dal legale Anna Sabato e sarà ascoltato nelle prossime ore dal gip Tosi nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia.



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