Negli hub del Salento c’è solo il vaccino Astrazeneca? E chi non può farlo rifiuta. Monta la polemica

Sono tante le segnalazioni giunte in redazione di cittadini o familiari di persone che volevano vaccinarsi, ma non hanno potuto perché non gli sono state prospettate alternative ad Astrazeneca.

La domanda sorge spontanea diceva quel noto giornalista della Rai: «Ma negli hub del Salento c’è soltanto il vaccino Astrazeneca?». E chi, per patologie in corso rientra nelle categorie che non si possono vaccinare con Astrazeneca, come chiaramente scritto nel questionario che si fa firmare ai cittadini prima della tanto attesa inoculazione, che cosa deve fare? Fingere di non aver capito bene le domande del questionario e prendersi ugualmente il vaccino inglese? Oppure, avendo facoltà di intendere e di volere, può fare notare questa discrasia al personale sanitario che propone solo e soltanto quella marca passando alla stregua di chi ha soltanto paura a causa di una comunicazione di Ema ed Aifa a dir poco confusionaria?

Già, perché tante sono le segnalazioni che giungono alla nostra redazione di cittadini che, dopo aver fatto la loro fila nei vari hub vaccinali del Salento, se ne devono ritornare a casa a mani vuote in quanto l’unica dose che viene offerta è solo e soltanto quella, anche dinanzi a dichiarazioni contrastanti messe nero su bianco sul questionario, dove si precisa che in presenza di alcune patologie non si può essere vaccinati con Astrazeneca.

«Signora, o Astrazeneca o Astrazeneca!».

«Torniamo a casa con l’etichetta di cittadini capricciosi che si sono fatti influenzare dai media sui rischi del vaccino inglese – ci scrive una signora – quando invece noi abbiamo rifiutato quel vaccino solo e soltanto perché nelle domande del questionario è chiaramente detto che proprio a causa delle nostre patologie devono darci Pfizer, Moderna o qualsiasi altra marca tranne quella. Delle due l’una: ò e sbagliato il questionario, e sarebbe molto grave visto le responsabilità che ciascuno si assume firmandolo, oppure non ci sono altre marche perché magari stanno conservando Pfizer e Moderna per i richiami. Ma possiamo fare un vaccino che ci dicono essere non idoneo per noi?».

 «Vaccinare, vaccinare, vaccinare. Ma davvero? Noi fragili ci sentiamo abbandonati»

Già, si fa presto a parlare di ‘cambio di marcia’, di ‘svolta’, di ‘accelerazione’. Si fa presto a dire «vaccinare, vaccinare, vaccinare» quando poi gli ostacoli frutto di disorganizzazione e improvvisazione a tutti i livelli sono tanti. Troppi.

«Mia mamma ha 66 anni ed è affetta da sclerosi multipla e papà 69, malato oncologico in terapia attiva – ci scrive un’altra lettrice di leccenews24.it. Dal 29/03 doveva essere aperta la vaccinazione per i soggetti fragili, per cui il 27/3 ho chiamato il nostro medico curante, che mi ha detto di non poter comunicare ad Asl i dati dei soggetti fragili per un discorso legato alla privacy, stante il fatto che non aveva ricevuto alcuna indicazione sulla medesima trasmissione.

Mi sono messa in contatto con Aism Lecce (Associazione Italiana Sclerosi Multipla) chiedendo se loro avessero ricevuto informazioni più puntuali: nulla, brancolavano nel buio in attesa di risposte puntuali.

Il tempo passa, nessuna informazione in merito. Sembra che mia madre e mio padre siano invisibili agli occhi delle autorità sanitarie che si stanno occupando della campagna di vaccinazione. Così continuiamo a pressare il medico di famiglia, che dice di non aver avuto alcuna informazione sulla trasmissione dei dati, poiché nessuno aveva risposto alle sue mail. Passano altri giorni. Mio padre viene chiamato per il vaccino dall’oncologico di Gallipoli (dove è in cura), ma non possono vaccinare mia mamma, data la sua patologia. Nei giorni scorsi mio padre è stato vaccinato, per mia madre, invece, ad oggi non si sa ancora nulla e il nostro medico curante le ha detto che sarebbe andato personalmente alla Caserma Zappalà per prendere i vaccini promessi. Così ha fatto, ma quando è andato i vaccini non c’erano. Le ha così consigliato, anche se soggetto fragile, di fare la fila e prenotare con il criterio della ‘fascia d’età’, portando all’hub la sua documentazione sanitaria. Ma mi chiedo: quale vaccino le somministreranno se hanno solo Astrazeneca e per le sue patologie non può utilizzare quella marca. Sono sconvolta: i soggetti fragili chi li tutela?».

«Signora, firmi la rinuncia e provi a passare prossimamente»

Un’altra testimonianza ha ancora più del clamoroso. A scriverci è il nipote di una malata cardiovascolare. «Gentile redazione di Leccenews24.it, questa ve la devo raccontare sperando che presto si faccia luce su una situazione insostenibile. Non fosse che devo ritornare di nuovo in quel posto ed ho paura per mia zia sarei andato direttamente ai Carabinieri. Dunque: mia zia è andata a fare il vaccino in uno dei nuovi hub vaccinali di cui preferisco non dire il nome ed ha atteso 3 ore sotto il sole. Quando si è presentata alla postazione ed ha fatto notare i suoi problemi vascolari (certificati dal medico curante) che non le permettevano di ricevere Astrazeneca, non ha ricevuto alcun vaccino, le è stata rifiutata la somministrazione e, non avendo altri vaccini a disposizione, il personale sanitario le ha chiesto di firmare di suo pugno la rinuncia. Mia zia, ovviamente, che è anziana, ma molto presente a se stessa, ha fatto le sue rimostranze e la dottoressa le ha risposto che doveva passare lei ogni giorno per vedere quando sarebbero stati disponibili altri vaccini. L’ha anche pregata di non chiamare al telefono perché tanto nessuno avrebbe risposto vista la mole di lavoro».

«Signora, i vaccini non si possono scegliere. Povera nonna…»

«Quasi tre ore di attesa per fare il vaccino a mia nonna che ha 79 anni. Poi è arrivato il momento della compilazione del modulo, con rifiuto netto di Astrazeneca per una patologia cardiovascolare accertata».  È molto arrabbiato Ricky97 (questo il suo nickname) per il trattamento riservato dalla nonna. Alla nostra richiesta di interloquire con lui per controllare la veridicità della fonte, il giovane parte in quarta come un fiume in piena. «Una vergogna, uno scandalo. Arrivato il nostro turno ci sentiamo dire che è disponibile solo Astrazeneca e che i vaccini non si possono scegliere!

Che significa: che forse mi autorizzavano a rischiare con mia nonna? Qual era il motivo della compilazione del modulo? Se per la sua patologia non poteva fare Astrazeneca perché fissarsi solo e soltanto con quello adducendo il pretesto che non ne avevano altri? Mica siamo al supermercato! Noi non volevamo scegliere nulla, volevamo solo un vaccino sicuro per nostra nonna.

Mi chiedo: non si poteva dire in quella prima fase – senza farle fare ore di coda – che non erano disponibili altri vaccini?

Ah, un’ultima cosa, una ciliegina sulla torta: nessuna comunicazione su come procedere per ottenere un vaccino alternativo».

Speriamo che l’Asl voglia prendere contezza di queste disfunzioni in un momento cruciale della campagna vaccinale. È probabile che si sia trattato di una giornata sfortunata, oppure stiamo dando voce a tanti cittadini che non hanno la prontezza di denunciare queste vicende. Aspetteremo di vedere i prossimi sviluppi, anche perché ad oggi non si può che migliorare…



In questo articolo: