Prestiti ‘a strozzo’ ad un amico imprenditore? Condannato dentista leccese per usura aggravata

Il gup ha ritenuto il 51enne colpevole del reato di usura aggravata, condannandolo a 2 anni e 4 mesi. La vicenda venne a galla dopo la denuncia presentata a ottobre del 2011 da un imprenditore del settore edile, originario del sud Salento.

Avrebbe prestato del denaro "a strozzo" ad un amico in cambio di alcuni lavori a casa e un dentista leccese è stato condannato a 2 anni e 4 mesi. Il gup Antonia Martalò nel processo con rito abbreviato ha ritenuto il 51enne A.L. colpevole del reato di usura aggravata. In precedenza il pubblico ministero Francesca Miglietta aveva invocato una condanna a 2 anni e 10 mesi.
  
La vicenda venne a galla, a seguito della denuncia presentata nell'ottobre del 2011, da un imprenditore del settore edile originario del sud Salento, assistito dall'avvocato Alessandro Stomeo. I fatti farebbero riferimento ad un lasso di tempo di circa sei anni.  L'uomo riferì di un iniziale patto tra amici, in base al quale, avrebbe dovuto effettuare dei lavori edili nella casa del dentista, in cambio di alcuni prestiti. Ben presto, però, l'imprenditore si sarebbe reso conto che l'amico applicava a quelle somme di denaro che gli aveva prestato dei tassi d'interesse spropositati. In seguito, dopo che l'uomo presentò formale denuncia, la Guardia di Finanza leccese effettuò i primi accertamenti bancari e patrimoniali. Finirono al vaglio degli inquirenti, i lavori effettuati dall'imprenditore edile nell'abitazione di A.L. ed i prestiti accordati da quest'ultimo all'amico.
  
La Procura, inoltre, dispose due consulenze: una di natura contabile e l'altra tecnico ingegneristica. Secondo l'accusa, ci sarebbe stato un primo prestito di 100 mila euro e poi una seconda tranche di 50 mila euro a cui sarebbero stati applicati dei tassi usurari. Successivamente, tra i due amici venne comunque firmato un accordo. Nella suddetta transazione, il dentista si  impegnava a rinunciare ai 50mila euro ed a corrispondere 35 mila euro a favore dell'imprenditore.   
  
Il dentista è difeso dagli avvocati Giancarlo Tunno del Foro di Bologna e Luigi Covella del Foro di Lecce.  L'avvocato Tunno ha già annunciato che la difesa di A.L. farà ricorso in Appello, ritenendo che gli elementi presenti agli atti non sono stati adeguatamente considerati. In particolare, fu contestata come la fattura in cui vengono specificati i lavori in casa del dentista risulti poco dettagliata e dunque difficile da quantificare anche dal punto di vista economico.  
  
Il legale ritiene come "la vicenda andrebbe inquadrata nell'ottica di una dinamica tra amici che può accadere a chiunque e i contorni di essa sono rimasti piuttosto vaghi" . Inoltre, continua l'avvocato Tunno, "il dentista ha fatto tutto il possibile per sanare la situazione".



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