Presunta attività di prostituzione in un b&b, la Procura chiude l’inchiesta. Due Indagati

Risultano indagati un 57enne di Lequile, nelle vesti di titolare della struttura ricettiva e un 63enne di Campi Salentina, ritenuto dagli inquirenti come colui che procacciava le “lucciole”

La Procura chiude l’inchiesta su una presunta attività di prostituzione alle porte di Lecce, per il quale risultano indagati il proprietario di un b&b ed un presunto procacciatore di clienti. L’avviso di conclusione delle indagini porta la firma del pm Patrizia Ciccarese. Risultano indagati un 57enne di Lequile, nelle vesti di titolare della struttura ricettiva e un 63enne di Campi Salentina, ritenuto dagli inquirenti come colui che procacciava le “lucciole” per le prestazioni sessuali a pagamento.

Le indagini

I fatti si sarebbero verificati in un b&b dell’hinterland di Lecce, tra febbraio e marzo del 2023 e l’attività investigativa dei carabinieri si è avvalsa delle dichiarazioni di una prostituta (confluite in una denuncia) e di una serie di foto e video. Non solo, poiché nel corso delle indagini sono state depositate le consulenze sui telefonini della donna e dei due indagati. In base all’ipotesi accusatoria, il 63enne di Campi Salentina, attraverso i social network, utilizzando un falso profilo, organizzava gli incontri sessuali a pagamento, concordando le tariffe, gli orari e le date ed il tipo di prestazioni. Ed in base ad un accordo, sempre in base all’ipotesi accusatoria, la prostituta tratteneva metà dei guadagni derivanti dall’attività. Si parla di circa 100 euro per ogni prestazione, per 5/6 volte al giorno. A volte, inoltre, il “procacciatore” accompagnava la prostituta presso le case dei clienti, per altre prestazioni sessuali.

Secondo l’accusa, il proprietario del b&b era conoscenza di ciò che accadeva nella sua struttura e concedeva alla prostituta l’affitto della camera da letto per 30 euro al giorno.

I due indagati, difesi rispettivamente dagli avvocati Gianpiero Tramacere e da Ivan Russo e Luigi Giuseppe Boselli, hanno venti giorni a disposizione per chiedere di essere interrogati o produrre memorie difensive, prima che il pm chieda il rinvio a giudizio e dunque il processo.