Sarà il gup Stefano Sernia, nell'udienza preliminare fissata per il prossimo 3 maggio, a stabilire se alcuni medici del "Ferrari" di Casarano, debbano affrontare un processo penale. Dopo la chiusura delle indagini dell'ottobre scorso sulla morte del 16enne Giuseppe Orlando di Taurisano, otto "camici bianchi" rischiano il rinvio a giudizio per presunta "colpa medica". Il pubblico ministero Roberta Licci, titolare dell'inchiesta, aveva depositato nei mesi scorsi la richiesta, con l'accusa di omicidio colposo, presso l'ufficio gip. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ester Nemola, Andrea Rosafio Luigi Potenza, Stefano Orlando, Mauro Marsano, Massimo Manera e Giovanni Bellisario.
Le indagini presero avvio da una denuncia dei genitori di Giuseppe Orlando, difesi dall'avvocato Massimo Fasano. Essi sostenevano di avere chiesto il ricovero del figlio in ospedale, direttamente a Lecce. Il ragazzo soffriva di un "idrocefalo post meningeo" ed era portatore fin dal primo anno di età del cosiddetto "acquedotto di Silvio", una "derivazione ventricolo peritoneale". Secondo la Procura un primo medico, dopo averlo visitato la mattina del 16 ottobre del 2014 presso l'abitazione del ragazzo, gli avrebbe prescritto semplicemente una fiala di Plasil e alcuni accertamenti senza specificarne la priorità e l'urgenza. Anche il medico di guardia, intervenuto poco dopo la mezzanotte del giorno successivo, avrebbe sottovalutato alcuni "segnali; Giuseppe Orlando aveva nausea, cefalea e tremori, ma pur sapendo anche della malattia di cui egli soffriva, si sarebbe limitato ad un'iniezione di Plasil e a "raccomandare" l'assunzione di molta acqua.
Qualche ora dopo, poiché le condizioni di Orlando andavano peggiorando, sarebbe intervenuta un’ambulanza del 118. Il medico che lo visitò (anch'egli al corrente della patologia del ragazzo) avrebbe però sbagliato diagnosi, ordinando il ricovero presso il "Ferrari" di Casarano, invece che al "Fazzi" di Lecce, dotato del reparto di Neurochirurgia. Anche gli altri medici che lo avrebbero successivamente avuto in cura presso l'ospedale di Casarano, non avrebbero agito nella giusta direzione; difatti, Orlando fu sottoposto ad una puntura lombare presso il reparto di Rianimazione.
Questa procedura sarebbe controindicata in presenza di "ipertensione endocranica ingravescente", e il quadro clinico del ragazzo sarebbe così ulteriormente peggiorato, favorendo "l'incuneamento delle tonsille cerbellari". Questo aspetto sarebbe emerso anche dalla risonanza magnetica eseguita, secondo l'accusa, con grave ritardo. Poche ore dopo Giuseppe Orlando , sarebbe morto a Lecce.
Una volta avvenuto il decesso del figlio, i genitori hanno dato il loro consenso all’espianto degli organi, eseguito dal gruppo di medici guidato dal dottor Filippo De Rosa.
Occorre poi ricordare come la città di Taurisano si sia stretta attorno alla famiglia di Giuseppe Orlando, organizzando una fiaccolata.
