Presunta frode con il bonus 110 e sequestro di oltre 67milioni di euro. Chiusa l’inchiesta: 13 indagati

Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere finalizzata all’indebita percezione di erogazioni pubbliche (reato di cui rispondono nove indagati), malversazione e falso.

La Procura chiude l’inchiesta sulle presunte frodi sull’utilizzo dei bonus edilizi «Superbonus 110».

L’avviso di conclusione delle indagini preliminari porta la firma del pm Patrizia Ciccarese. Risultano indagate una società e dodici persone. Parliamo di una società dell’hinterland di Maglie e del suo rappresentante legale F. C. – sottoposto per un anno al divieto di contrattare con la pubblica amministrazione e di esercitare attività imprenditoriale – e poi undici professionisti, ingegneri e commercialisti fra Lecce e Bari. Si tratta di E. B. di 43 anni, nativo di Bari ma residente a Lecce; G. F., 47 anni, di Tricase; P. V. M., 69 anni, di Bari; F. M., 43 anni di Caprarica; P. P., 38 anni, di Mola di Bari; M. S., 32 anni, di Lecce; V. A., 59 anni, di Monopoli; G. R. C., 65 anni, di Poggiardo; G. S., 63 anni, di Monopoli; G. S., 45 anni, di Triggiano; F. S., 52 anni, di Carmiano. Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere finalizzata all’indebita percezione di erogazioni pubbliche (reato di cui rispondono nove indagati), malversazione e falso.

Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Antonio De Mauro, Francesco Vergine, Riccardo Giannuzzi, Silvio Verri, Gianfrancesco Palmieri, Elisa Cappello e potranno chiedere di essere interrogati nei prossimi venti giorni.

Va detto che nel giugno scorso, i finanzieri della compagnia di Maglie hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo per oltre 67 milioni di euro per indebita percezione di contributi riferibili a lavori, non eseguiti o eseguiti solo in parte, di ristrutturazione immobiliare in oltre 500 cantieri della provincia di Lecce, per i quali i professionisti abilitati e coinvolti avevano attestato lo stato finale dei lavori, rilasciandone il prescritto visto di conformità.

Inoltre, sarebbero state emesse e contabilizzate oltre 1.200 fatture per operazioni inesistenti.

La società di Poggiardo sarebbe stata creata appositamente per sfruttare gli incentivi legati ai bonus fiscali, come risulta dall’ordinanza del gip di Lecce, Silvia Saracino. Dagli accertamenti sarebbe poi emersa l’irregolarità di 29 pratiche.