Presunte irregolarità per la realizzazione del Twiga di Otranto. Arrivano tre condanne

I giudici hanno condannato l’imprenditore Raffaele De Santis, il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi e l’ex dirigente Emanuele Maggiulli

Arrivano 3 condanne al termine del processo sulle presunte irregolarità per la realizzazione del “Twiga beach club” di Otranto in località Cerra.

I giudici della seconda sezione collegiale  (presidente Pietro Baffa, a latere Valeria Fedele e Roberta Maggio), dopo la camera di consiglio presso l’aula bunker di Borgo San Nicola, hanno inflitto: 4 anni di reclusione ad Emanuele Maggiulli, 56 anni, di Muro Leccese, ex responsabile dell’area tecnica del Comune di Otranto; 3 anni e 9 mesi per il progettista, l’ingegnere Pierpaolo Cariddi, 56 anni, sindaco di Otranto (sospeso dalla Prefettura nell’inchiesta sul ripristino del Lido Atlantis in cui sono coinvolti anche Maggiulli e l’ex assessore regionale, Totò Ruggeri); 3 anni e 3 mesi per l’imprenditore Raffaele De Santis, 76 anni di Otranto, rappresentante legale della società “Cerra s.r.l.”.

I giudici hanno disposto la confisca dei manufatti in sequestro del Twiga, come richiesto dal pm Alessandro Prontera. Il Tribunale ha dichiarato inoltre i tre imputati interdetti dai pubblici uffici per 5 anni.

De Santis, Cariddi e Maggiulli sono stati condannati per abuso d’ufficio, poiché avrebbero procurato un ingiusto vantaggio alla società “Cerra”, attraverso una serie di agevolazioni. Avrebbero realizzato una struttura con stabilimento balneare, zona da ballo e piscine, senza rispettare il piano regolatore. Inoltre, il “primo cittadino” Cariddi e Maggiulli sono stati condannati per il reato di falso, poiché avrebbero attestato che le opere da realizzare erano precarie e il progetto conforme alle norme di accesso al mare.

Invece, i giudici hanno dichiarato estinti per prescrizione i reati di abusivismo edilizio ed occupazione del demanio marittimo.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati: Adriano Tolomeo, Antonio De Mauro, Antonio Quinto, Gianluca D’Oria, Andrea Sticchi Damiani.

I legali, nel corso della discussione, hanno respinto la tesi dell’accusa che sosteneva in particolare la macroscopica illegittimità delle opere edilizie. Una volta depositate le motivazioni entro 90 giorni, verrà proposto il ricorso in Appello.

Ricordiamo che il 15 maggio del 2017, i carabinieri dell’ex Corpo Forestale dello Stato, avevano eseguito il sequestro probatorio, su richiesta del pm Antonio Negro, del lido in costruzione. A quel punto, l’imprenditore Flavio Briatore, titolare del marchio Twiga, attraverso la propria società, aveva deciso di sospendere l’accordo con la Cerra s.r.l. Invece, nel febbraio del 2018, il gip Michele Toriello aveva emesso un decreto di sequestro preventivo.



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