Si conclude con tre assoluzioni, il processo di secondo grado, riguardante uno stralcio dell’inchiesta “case popolari”.
La Corte di Appello (presidente Nicola Lariccia) ha rigettato l’appello della Procura ed ha assolto da tutti i reati, S. M. originario di Melendugno (chiesti 3 anni), difeso dagli avvocati Antonio Savoia e Paolo Cantelmo. Rispondeva di abuso d’ufficio, falso ideologico e occupazione abusiva di immobile. Invece, sono stati assolti dal reato di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio: S.A. (chiesti 3 anni e 4 mesi) ed S. C. entrambi di Lecce (3 anni e 6 mesi), entrambi di Lecce, difesi dall’avvocato Germana Greco.
In primo grado, il gup Edoardo D’Ambrosio, al termine del processo con rito abbreviato, aveva inflitto 6 mesi di reclusione per S.A. ed S.C., con pena sospesa, per il reato di corruzione elettorale. Per gli altri reati, i due imputati erano stati assolti.
Invece, S. M. era stato assolto da tutti i reati. Come detto, i pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci avevano impugnato l’assoluzione e nel corso del processo di Appello, la Procura generale ha chiesto la condanna di S.M. Quest’ultimo, secondo l’accusa, nel novembre del 2014, avrebbe ottenuto l’illegittima assegnazione un alloggio popolare, in favore di una terza persona, grazie all’aiuto di Luca Pasqualini (all’epoca Addetto all’Ufficio Casa).
Gli altri due imputati, secondo la Procura, avrebbero ottenuto in maniera illecita un alloggio popolare.
Le motivazioni della sentenza di Appello saranno depositate entro il termine di novanta giorni.
Va detto che, intanto, è in corso il processo ordinario a carico di 36 persone, tra cui numerosi personaggi “eccellenti” della vita politica leccese, tra cui Attilio Monosi, Luca Pasqualini ed Antonio Torricelli.