
Tre condanne dopo il processo di appello, con rito abbreviato, sul tragico incendio della fabbrica di fuochi d’artificio, in cui persero la vita il figlio del titolare, appena 19enne, ed un operaio, morto dopo il ricovero in ospedale. Nella serata di ieri, la Corte (presidente Domenico Toni) ha inflitto, come in primo grado, la pena di 2 anni e 4 mesi di reclusione a Dario Raffaele Cosma, 56enne, padre della vittima, in qualità di titolare firmatario dell’azienda. La stessa pena è stata comminata a Gianluca Cosma (responsabile della sicurezza) e ad Andrea Cosma. Si tratta dei fratelli del titolare, entrambi 50enni di Monteroni, in qualità di soci. I tre imputati rispondevano dell’ipotesi di reato di cooperazione in omicidio colposo, in violazione delle norme per la prevenzione infortuni sul lavoro.
Sono assistiti dagli avvocati Massimo Bellini e Francesca Conte che potranno fare ricorso in Cassazione, dopo il deposito delle motivazioni (entro 90 giorni).
La sentenza prevede il risarcimento del danno in favore della madre del ragazzo morto, parte civile attraverso il legale Luigi Rella.
In primo grado, occorre ricordare, il gup Michele Toriello aveva inflitto la pena di 2 anni e 4 mesi a Dario Raffaele Cosma ed aveva assolto i due fratelli, Gianluca ed Andrea.
L’inchiesta
Secondo la pubblica accusa, rappresentata dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e dal sostituto procuratore Roberta Licci, i tre imputati sarebbero responsabili del decesso di Gabriele Cosma e Giovanni Rizzo, poiché entrambi “di fatto prestanti attività lavorativa all’interno dell’azienda”. I pm contestavano una serie di omissioni. Anzitutto, la produzione di polvere pirica, mediante una macchina di tipo artigianale (detta, “mulino a biglie”) e in assenza di autorizzazioni. Non solo, poiché i tre non avrebbero avvisato e formato adeguatamente i lavoratori sulle normative di legge e non avrebbero fornito loro idonei dispositivi di sicurezza individuale. Secondo i pm, infine, il luogo di lavoro non risultava conforme ai requisiti previsti dalla legge.
Le indagini sono state condotte dai Militari dell’Arma del Gruppo Artificieri, del Nucleo Investigativo e della Compagnia di Lecce e dallo Spesal.
La tragedia
Nella mattinata del 9 novembre del 2018, intorno alle ore 8.30, si è verificata un esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio sita in Contrada Palombi ad Arnesano, causando il crollo di una parte della struttura. Nel punto in cui si è consumata la deflagrazione, all’interno dell’azienda di famiglia, erano presenti Gabriele Cosma e l’operaio Giovanni Rizzo, 41enne di Carmiano.
L’esplosione è stata fatale per il primo, mentre il secondo è stato trasportato d’urgenza presso il Reparto Grandi Ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi ed è deceduto il 16 novembre.