
C’è un mese nel calendario in Salento in cui tutto sembra perfetto. Il sole scalda, ma non ustiona, il vento ti spettina, ma con eleganza, le strade restano in silenzio un attimo più a lungo senza i trolley trascinati con rancore sulle chianche bollenti e il mare porta con sé promesse che profumano di salsedine. È giugno, che in Salento non è un mese. È una poesia scritta con il suono delle cicale che racconta di un’estate che fa finta di essere primavera, per vedere se stai attento.
Giugno non ha ancora il clamore di luglio né la frenesia, a tratti insopportabile, di agosto. È un mese che sceglie, non urla. Che sussurra, non affolla. Il Salento, a giugno, è come una casa appena riordinata, quando tutto è al suo posto e la luce entra dalle finestre senza essere disturbata.
Quando il Salento è ancora per pochi: il fascino segreto di giugno
Il Salento a giugno è come l’antipasto della nonna: ti illude di essere già sazio, ma sai benissimo che il bello deve ancora arrivare. I paesini iniziano a stiracchiarsi come gatti al sole, le luminarie spuntano come funghi, le campagne profumano di erba tagliata e i fichi sono ancora verdi, ma pieni di promesse. E in ogni bar si comincia a parlare della prima sagra, quella che darà ufficialmente il via alla stagione turistica.
A giugno, anche la movida è in modalità “prova generale”. Sì, perché giugno è ancora roba per intenditori. Per chi ama il Salento “prima che arrivi la gente”. In cui puoi trovare parcheggio. Sì, trovare parcheggio. Hai letto bene.
In Salento, a giugno, anche l’eleganza ha un altro passo. Un abito leggero di lino, un panama calato sugli occhi, un bicchiere di Negramaro al tramonto. Nulla di ostentato, tutto essenziale. Il vero lusso è potersi sedere a guardare il mare e non sentire il bisogno di fotografarlo.
Giugno in Salento è per pochi. Per chi capisce che un tuffo al mattino a Santa Maria al Bagno vale più di mille foto su Instagram. Per chi va a Lecce e si prende il caffè in ghiaccio con il latte di mandorla seduto, con calma, godendosi il silenzio. In realtà, dopo due giorni sei già tornato a mangiare rustici alle 10.00 del mattino, ma a giugno ti perdoni tutto. È l’effetto collaterale della bellezza.
Giugno è il mese in cui il Salento ti fa l’occhiolino. Ti dice: “Vieni ora, ché dopo mi riempio di gente, di caos, di file per una frisella”. È il mese in cui ti alzi presto per andare al mare e poi resti lì fino al tramonto, con la pelle che sa di sole e di crema dimenticata.
Un segreto che conoscono tutti
Allora vai. Prenditi il tuo giugno salentino. Respiralo tutto. E poi torna a luglio, ma con un sorriso da veterano. Da uno che il paradiso l’ha visto prima che aprissero i cancelli. Torna e racconta poco. Lascia che gli altri scoprano agosto, con le sue code, le sue discoteche affollate e i suoi 42 gradi percepiti. Tu, invece, avrai già vissuto il Salento più bello.