Omicidio ex carabiniere. Processo di Appello da rifare per il presunto killer

La Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio della sentenza di Appello, ma limitatamente alle aggravanti contestate della premeditazione e dei futili motivi, nei confronti di Michele Aportone, 73enne di San Donaci.

Processo da rifare, anche se in parte, per il presunto killer dell’ex carabiniere Silvano Nestola, già condannato all’ergastolo in primo e secondo grado per omicidio.

La Cassazione ha disposto l’annullamento con rinvio della sentenza di Appello, limitatamente alle aggravanti contestate della premeditazione e dei futili motivi, nei confronti di Michele Aportone, 73enne di San Donaci. Ed ha disposto un nuovo processo, dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Taranto, ma limitatamente alla rideterminazione della pena. I giudici hanno accolto l’istanza degli avvocati Francesca Conte e Ladislao Massari, difensori di Aportone.

Il 73enne, nei mesi scorsi, aveva ottenuto gli arresti domiciliari per motivi di salute. Il Riesame, a seguito del precedente annullamento con rinvio della Corte di Cassazione, in merito al provvedimento dello stesso Tribunale della Libertà, con cui veniva rigettata la richiesta presentata dalla difesa, aveva concesso la misura alternativa, accogliendo invece le reiterate istanze degli avvocati Francesca Conte e Ladislao Massari.

Secondo quanto sostenuto dai legali di Aportone,  le sue condizioni di salute non sarebbero compatibili col regime carcerario ed il 73enne si trova ai domiciliari presso una struttura sanitaria.

Va detto che nel luglio scorso, la Corte d’Assise d’Appello ha confermato la condanna di primo grado all’ergastolo con l’isolamento diurno per 1 anno per Michele Aportone, il presunto killer dell’ex carabiniere Silvano Nestola, assassinato fuori dalla casa della sorella, con quattro colpi di fucile, la sera del 3 maggio del 2021 a Copertino, dinanzi al figlio piccolo. Risponde di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili e detenzione illegale di arma da fuoco. Confermato il verdetto di primo grado della Corte d’Assise di Lecce  che prevedeva anche il pagamento di una provvisionale di 50mila euro per le parti civili.

Le indagini si sono avvalse delle immagini di videosorveglianza. Nel corso dell’inchiesta coordinata dai pm Paola Guglielmi e Alberto Santacatterina e condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Lecce, è emerso che Silvano Nestola dopo essersi separato dalla moglie aveva iniziato una relazione con la figlia di Michele Aportone (anche lei separata), ma tale rapporto era fortemente osteggiato da Aportone e da sua moglie. Va detto che la madre di Elisabetta era stata inizialmente iscritta nel registro degli indagati per omicidio, ma la sua posizione è stata archiviata da diverso tempo.