Processo case Popolari, l’ex sindaco Paolo Perrone ascoltato in aula come testimone

L’ex “primo cittadino” Paolo Perrone ha dichiarato: “Le uniche pressioni che ho ricevuto erano quelle dei cittadini, i quali chiedevano al sindaco un aiuto”.

L’ex sindaco Paolo Perrone è stato sentito questa mattina, in qualità di testimone, nel corso del processo relativo alla maxi inchiesta sulle case popolari. L’udienza si è svolta dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Pietro Baffa, a latere Luca Scuzzarella e Roberta Maggio), presso l’aula bunker di Borgo San Nicola.

Paolo Perrone, ex sindaco di Lecce tra il 2012 ed il 2017, è stato sentito in aula come teste della difesa di Attilio Monosi (presente oggi in aula). L’allora “primo cittadino” ha risposto alle domande degli avvocati Riccardo Giannuzzi e Luigi Covella (legali di Monosi) e del presidente Pietro Baffa.

Nello specifico, ha dichiarato: “Attilio lo consideravo il mio collaboratore più stretto e volevo offrirgli la carica di vicesindaco e glielo avevo detto, ma l’auspicio non riuscì a realizzarsi per questioni politiche e gli offrii la possibilità di rafforzare la delega al bilancio con quella all’ufficio casa”.

E riguardo la situazione dell’ufficio casa, Perrone ha sostenuto in aula: “Bisognava mettere ordine e c’erano situazioni di estrema delicatezza e drammaticità”.

E ha poi sottolineato che: “Attilio Monosi non ha mai agito in autonomia piena, soprattutto le scelte delicate erano condivise con me in primis e poi con il resto dell’amministrazione”.

E Perrone ha aggiunto: “Riguardo le politiche abitative, per evitare disordini, sentimmo l’esigenza di non accelerare sull’attività di sfratto. Volevamo evitare una bomba sociale”.

Infine, l’ex sindaco ha dichiarato: “Le uniche pressioni che ho ricevuto erano quelle dei cittadini che chiedevano al sindaco un aiuto”.

Va detto, che inizialmente l’ex sindaco di Lecce Paolo Perrone venne iscritto nel registro degli indagati, ma la sua posizione fu archiviata (stesso discorso per l’ex sindaco Adriana Poli Bortone), nell’ambito dell’inchiesta bis sulle case popolari.

Intanto, sempre nella giornata di oggi, Saverio Congedo, ex consigliere regionale ed attualmente parlamentare per “Fratelli d’Italia”, è stato ascoltato come testimone della difesa di Monosi ed ha esposto i riferimenti normativi dell’epoca riguardanti l’assegnazione delle case popolari.

Invece, nei mesi scorsi, Attilio Monosi, ex assessore alle Politiche abitative della giunta comunale, guidata dall’allora sindaco Perrone, è stato sentito nel corso del processo, come imputato. Ed ha risposto a tutte le domande del pm Massimiliano Carducci, chiarendo la propria posizione e respingendo l’accusa di aver commesso illeciti per l’assegnazione degli alloggi popolari in cambio di voti.

Dalle indagini sarebbe emersa l’esistenza di un’associazione a delinquere, nella quale Attilio Monosi avrebbe avuto il ruolo il capo promotore ed ideatore a dare “veste legale” alle assegnazioni degli alloggi parcheggio di proprietà comunale. In particolare, Monosi, avrebbe organizzato le illecite assegnazioni di immobili confiscati alla mafia ed assegnati al Comune di Lecce, in cambio di utilità elettorali.

Sul banco degli imputati compaiono anche altri imputati eccellenti, come i politici: Luca Pasqualini, (ex assessore) ed Antonio Torricelli (ex consigliere comunale di opposizione). E ancora gli ex dirigenti comunali Pasquale Gorgoni e Giuseppe Naccarelli, entrambi di Lecce. Non solo, anche molti sono residenti del Quartiere Stadio.

L’inchiesta “Estia” coordinata dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti procuratori Massimiliano Carducci e Roberta Licci, è culminata,nel settembre del 2018, in numerosi arresti.

La prossima udienza è fissata per il 20 febbraio, data in cui si terrà la requisitoria del pm.