
Avrebbe esercitato il proprio ruolo d’insegnante di scuola superiore, attraverso metodi tutt’altro che educativi. Il docente, un 57enne di Copertino, risponde del reato aggravato di “maltrattamenti”. Il processo è in corso dinanzi al giudice monocratico Bianca Todaro.
Nella mattinata di ieri sono stati ascoltate alcune mamme ed un’alunna. Furono proprio i genitori di ben undici studenti a sporgere denuncia.
L’inchiesta
Successivamente, il Pubblico Ministero Roberta Licci aprì un’inchiesta penale.
I fatti contestati si sarebbero verificati, durante l’anno scolastico 2013/2014, presso un istituto professionale di Lecce. Il 57enne, un insegnante di sostegno, con il ruolo di supplente in una classe II, avrebbe tenuto una serie di comportamenti quanto meno irrituali per la carica ricoperta.
Anzitutto, avrebbe colpito gli alunni con schiaffi, pugni e pizzicotti ed in una occasione anche con una bottiglietta d’acqua. In alcuni caso i ragazzi avrebbero riportato i segni dei maltrattamenti e anche ferite. Inoltre, avrebbe umiliato delle studentesse utilizzando un linguaggio scurrile, “condito” da pesanti allusioni sessuali o da riferimenti ad alcune caratteristiche fisiche. Avrebbe poi cercato di “garantirsi il silenzio e la compiacenza dei ragazzi”. In un’occasione, addirittura, avrebbe fornito in anticipo alla classe, la copia della traccia di un compito (di un’altra insegnante), facendo distribuire i fogli ad una alunna. Oppure, avrebbe promesso loro di mettere una buona parola ai Consigli di Classe.
L’inchiesta della Procura coinvolse anche il vice preside dell’Istituto, accusato di “omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale all’Autorità giudiziaria“. Questi, seppur messo al corrente dei fatti da alcuni insegnanti, non avrebbe informato il Dirigente Scolastico. Il vice preside venne però prosciolto dall’accusa al termine dell’udienza preliminare, mentre il professore di sostegno fu rinviato a giudizio.
I legali
L’imputato è assistito dall’avvocato Fiorino Ruggio. I genitori di alcuni alunni, invece, si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Ivana Quarta, Giuseppe Minerva e Angelo Vetrugno.