
Inaspettato epilogo, ieri sera, nel processo in cui compariva come parte offesa, un operaio di Seclì. Il collegio della Prima Sezione del Tribunale di Lecce, Presidente Stefano Sernia, giudici a latere Torelli e Minerva, ha assolto con formula piena Torquato Epifani, sua moglie Donata Magnolo e Maurizio Blandini (anch'essi di Seclì), accusati di tentata estorsione e spaccio di stupefacenti.
I giudici, inoltre, hanno inviato alla Procura gli atti riguardanti un presunto "falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atto pubblico" che vede coinvolti due carabinieri, testimoni al processo. Il Pubblico Ministero Carmen Ruggiero aveva chiesto 9 anni per Epifani; 6 per la Magnolo; 5 anni e 6 mesi per Blandini.
Gli avvocati dei tre imputati, Giuseppe Bonsegna, Raffaele Di Staso, Stefano Stefanelli e Francesco Fasano hanno smontato la tesi accusatoria, secondo la quale, Epifani e Magnolo avrebbero venduto al teste, delle dosi di cocaina; l'uomo, però, avrebbe cominciato ad indebitarsi, per il ripetuto acquisto di droga, scatenando l'ira di Epifani che assieme a Blandini avrebbe messo in atto, contro di lui, diverse azioni estorsive.
Le indagini cominciarono in seguito alla denuncia dell'operaio di Seclì. Egli parlò dei continui acquisti di droga che lo portarono ad indebitarsi nei confronti di Epifani, per una cifra di 5 mila euro. Da questo momento, cominciò un lungo periodo di minacce, culminate con la presunta aggressione condotta da Epifani e Blandini, i quali avrebbero colpito l'uomo con una spranga di alluminio presso la sua officina. Nel 2012 arrivò l'arresto dei due uomini, da parte della Compagnia dei Carabinieri di Gallipoli, a cui seguì il rinvio a giudizio e l'inizio del processo che ha visto, nell'udienza odierna, verificarsi un'imprevista conclusione.
di Angelo Centonze