Presunti abusi edilizi nel lido “Cala Marin”. Finisce sotto processo Giancarlo Mazzotta, ex sindaco di Carmiano

Il gup Giovanni Gallo, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio anche tre funzionari del Comune di Melendugno.

Finisce sotto processo Giancarlo Mazzotta, ex sindaco di Carmiano per i presunti abusi edilizi nel noto stabilimento balneare “Cala Marin” (ex Baron Beach), in località “Le due sorelle” a Torre dell’Orso.

Il gup Giovanni Gallo, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: il 50enne di Carmiano, nelle vesti di amministratore di fatto della società “PGH Beach”, proprietaria dello stabilimento balneare. Non solo, anche tre funzionari del Comune di Melendugno: il dirigente dell’ufficio tecnico e demanio, Salvatore Petrachi, 64enne; Angela De Giovanni, 39enne, dirigente dell’ufficio Urbanistica; Antonio Cioffi, 64 anni, architetto-progettista dei lavori.

Rispondono delle ipotesi di reato di: realizzazione di opere in assenza di autorizzazione; abusi edilizi in zona sottoposta a vincolo paesaggistico; distruzione e deturpamento di bellezze naturali. Non solo, poiché Petrachi e De Giovanni sono accusati anche di abuso dufficio.

Dovranno presentarsi il 1 marzo del 2021, dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale, per l’inizio del processo.

Sono difesi dagli avvocati: Riccardo Giannuzzi, Andrea Sambati ed Alberto Durante. Il collegio difensivo potrà dimostrare l’estraneità alle accuse, durante il dibattimento.

Ricordiamo che nel mese marzo del 2018, sono stati posti i sigilli al noto stabilimento balneare Cala Marin (ex Baron Beach), in località “Le due sorelle” a Torre dell’Orso. Il sequestro preventivo è stato eseguito, dai militari della Polizia Provinciale guidati dal comandante Antonio Arnò, coadiuvati dagli uomini della Guardia Costiera di Otranto. L’area di oltre 2.500 mq comprendeva tutto lo stabilimento composto da bar, cucina, rampe, scale, pedane e solarium.

Il decreto di sequestro venne disposto dal Gip Cinzia Vergine su richiesta del pubblico ministero Roberta Licci e dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone.

La Procura contestava l’Illegittimità nel rilascio del permesso di costruire, avvenuto nel 2017, e un’omessa attività di controllo rispetto alla concessione demaniale.

Già nel primo sopralluogo, sarebbe emerso come nell’area fosse stata realizzata una costruzione edilizia del tutto nuova rispetto al precedente stabilimento balneare (Baron Beach), oggetto di concessione edilizia. Inoltre, le prescrizioni della Sovrintendenza del 15 giugno del 2016, sarebbero state violate.

Al termine degli accertamenti, come affermava il gip Vergine nelle 8 pagine del decreto, sarebbe dunque emerso che “la proposta progettuale non riguardava la ristrutturazione e riqualificazione dei manufatti dello stabilimento balneare, bensì la realizzazione di un nuovo organismo edilizio… con la creazione di strutture e opere, di natura stabili e permanente, per dimensione e massa dal forte impatto ambientale”.

Inoltre, ritiene il giudice, il permesso di costruire rilasciato dal dirigente Petrachi “è illegittimo in quanto con lo stesso si è autorizzata l’esecuzione di lavori in area di proprietà del Demanio Marittimo senza il necessario e vincolante rilascio del titolo demaniale”. Infine, il gip Vergine sosteneva che in un ultimo sopralluogo del gennaio scorso “èstata constatata la permanenza della struttura, determinando con ciò disturbo della visuale dell’area… costituendo un ingombro stabile e permanente sul territorio in totale contrasto con gli spiccati caratteri di naturalità dei luoghi interessati dall’intervento”.



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