Padre accusato di maltrattamenti verso il figlio, perché omosessuale. Al via il processo

I giudici hanno ammesso la costituzione di parte civile dell’associazione Arcigay Salento, insieme a Ra.Ne. – Rainbow Network.

Al via il processo sui presunti maltrattamenti di un padre verso il figlio, per il suo orientamento omosessuale.

Ieri si è celebrata la prima udienza, davanti alla prima sezione collegiale (presidente Fabrizio Malagnino). I giudici hanno rigettato l’eccezione di inammissibilità presentata dalla difesa dell’imputato, ammettendo la costituzione di parte civile dell’associazione Arcigay Salento, insieme a Ra.Ne. – Rainbow Network, patrocinati dall’avvocato Andrea Cavalera.

Nei mesi scorsi, il gip di Lecce, Angelo Zizzari, aveva disposto il giudizio immediato nei confronti del 53enne, residente nella provincia di Lecce, accusato di maltrattamenti aggravati dalla discriminazione basata sull’orientamento sessuale, nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm Erika Masetti.

L’inchiesta della Procura era partita in seguito alla denuncia sporta ai carabinieri dal giovane, ormai maggiorenne, a gennaio, attraverso il proprio legale, l’avvocato Alessandra Assunta Luchina.

Secondo l’accusa, il 53enne avrebbe sottoposto il figlio, fin da quando era bambino, a violenze fisiche e psicologiche.

Ed a margine di quanto accaduto nella prima udienza, Arcigay Salento, attraverso un comunicato, sottolinea che si tratta di “una vicenda dolorosa che richiama l’attenzione su quanto l’omofobia possa manifestarsi in modo drammatico anche all’interno delle mura familiari, dove invece dovrebbero prevalere l’accoglienza e la protezione”.

E aggiunge: “La decisione del tribunale conferma l’importanza dell’intervento delle associazioni LGBTQIA+ nei contesti giudiziari, riconoscendo la legittimità della loro azione in difesa delle vittime di crimini d’odio. Arcigay Salento e Ra.Ne. saranno accanto al ragazzo per offrirgli sostegno morale, legale e umano durante tutto il percorso processuale, affinché non si senta solo nel rivendicare giustizia e dignità. Essere ammessi come parte civile in questo processo non è solo un atto simbolico – dichiara la presidente Ilaria Ulgharaita – ma un segnale concreto di responsabilità collettiva: la lotta contro la violenza omolesbobitransafobica passa anche attraverso il riconoscimento e la tutela dei diritti nei tribunali. Siamo al fianco di chi trova il coraggio di denunciare e non smetteremo mai di batterci per un mondo più giusto, sicuro e inclusivo per tutte le persone LGBTQIA+”.

E la presidente conclude affermando: “Arcigay Salento continuerà a seguire da vicino l’evolversi del processo, ribadendo il proprio impegno quotidiano contro ogni forma di discriminazione e violenza”.