Al via il processo verso esponenti della società Trans Adriatic Pipeline con 19 imputati. Presso il tribunale di Lecce, dinanzi al giudice monocratico Silvia Saracino ed alla presenza del sostituto procuratore Alessandro Prontera, si è svolta la prima udienza.
Il Comune di Lecce, rappresentato dal Sindaco Carlo Salvemini, attraverso l’avvocato Renata Minafra, ha chiesto per la prima volta di costituirsi parte civile, avanzando una richiesta di risarcimento di circa 85 milioni di euro. Sostanzialmente, ritiene che l’intera opera ed il tratto che unisce il gasdotto con la rete nazionale ha creato danni patrimoniali e non patrimoniali. Quest’ultimi sono collegati alla irreversibile compromissione dell’assetto del suo territorio (con riferimento alle coltivazioni ed agli alberi di ulivo), scaturita dall’allestimento dei cantieri e dalle opere di collegamento del gasdotto Tap con il punto di allaccio alla rete italiana. Non solo, poiché la compromissione di tale assetto, si traduce in una carenza di attrattiva e quindi in calo delle presenze di turisti che si riverbera a sua volta sul valore delle attività commerciali e degli immobili.
Hanno chiesto di costituirsi parte civile, come già annunciato in precedenza, anche: il governatore della Regione Michele Emiliano; i sindaci Marco Potì per Melendugno; Fulvio Pedone di Lizzanello; Dina Manti, Corigliano d’Otranto, Francesco Leo, di Vernole, Fabio Tarantino di Martano; Antonio Chiga, Zollino, Andrea De Pascali, Castrì di Lecce, Francesca De Vito, Calimera. E ancora, Alfredo Fasiello, presidente del Comitato No Tap Salento;; il Ministero dell’Ambiente e le associazioni Vas Onlus, Codacons, Italia Nostra.
Sono assistiti dai legali Francesco Calabro, Luigi e Roberto Rella, Giulio De Simone, Francesco Palmieri, Ladislao Massari, Francesca Conte, Valentina Mele, Oronzo Calzolaro, Carlo Barone, Piero Mongelli, Mario Tagliaferro, Francesco Zizzari del Foro di Bari.
il Ministero dell’Ambiente, invece, non ha chiesto di costituirsi parte civile.
Il collegio difensivo degli imputati ha avanzato una questione preliminare sulla regolarità della notifica del decreto con cui veniva rinviata l’udienza prevista nel periodo di emergenza sanitaria da covid-19. L’istanza è stata rigettata dal giudice,anche dal sostituto procuratore Alessandro Prontera.
La prossima udienza si terrà il 20 novembre presso l’aula bunker di Borgo San Nicola ed il giudice deciderà su tutte le richieste di costituzione di parte civile.
Tra i 19 imputati compaiono i vertici della società Trans Adraiatic Pipeline Ag Italia e i rappresentanti legali di ditte incaricate dei lavori.
Le accuse contestate a vario titolo sono quelle di deturpamento di bellezze naturali, danneggiamento, violazione del testo unico in materia edilizia, inquinamento idrico.
L’inchiesta è stata condotta dal procuratore capo Leonardo a Leone De Castris e dal sostituto procuratore Valeria Farina Valaori. Secondo la Procura, le opere per la realizzazione del tanto contestato gasdotto sarebbero state realizzate senza seguire le indicazioni della Valutazione di Impatto Ambientale e “su aree sottoposte a vincolo paesaggistico e idrogeologico”. Insomma, su zone agricole dichiarate di “notevole interesse pubblico”. I lavori, inoltre, si sarebbero svolti in assenza di autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie.
Non solo, poiché si fa riferimento anche all’espianto degli ulivi in località «Le Paesane» (gli alberi secondo la Procura sono stati “spostati” in un periodo diverso da quello autorizzato) e all’inquinamento della falda acquifera a pochi passi dal cantiere, causa una mancata o incompleta impermeabilizzazione.
Il collegio difensivo
Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Paola Severino (ex Ministro della Giustizia), Francesco Paolo Sisto, Andrea Sambati, Luigi Covella, Federico Massa, Anna Luigia Cretì, Gianluigi Manelli, Michele Laforgia e Valentina Quarta e potranno difendersi dalle accuse durante il dibattimento
Il processo No Tap
Invece, davanti al giudice monocratico Pietro Baffa, si aprirà, sempre in mattinata, il processo No Tap con 92 imputati, poiché la Procura ha riunito tre fascicoli d’indagine. L’udienza si svolgerà in aula bunker, essendo prevista un’ampia affluenza di persone, nel rispetto del norme sanitarie anti-covid. Sul banco degli imputati compaiono studenti, commercianti, artisti, delle province di Lecce, Brindisi e Taranto.
Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Calabro, Giuseppe Milli, Carlo Sariconi, Alessandro Calò, Elena Papadia, Giovanni Colomba, Laura Minosi, Vincenzo Palumbo e nel corso del dibattimento potranno controbattere alle accuse e fornire la propria versione dei fatti.
La manifestazione di protesta
In mattina, in occasione dell’inizio dei due processi, un nutrito gruppo di attivisti No Tap ha manifestato all’esterno del palazzo di giustizia di viale De Pietro ed affisso una serie di striscioni.
