
La Procura “presenta il conto” nei confronti di 7 imputati, coinvolti nell’Operazione della Direzione Investigativa Antimafia “Nuovi Orizzonti” su di un ingente traffico di droga tra Italia e Albania.
Dinanzi al gup Giulia Proto, il procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi, nell’ambito del processo con rito abbreviato, ha chiesto complessivamente 46 anni di carcere. Nello specifico, ha invocato la pena di: 8 anni di reclusione per Mattia Monaco, 33 anni, di Lecce; 10 anni per Giovanni Taurino, 31 anni, di Surbo; 8 anni per Marco Turco, 33 anni, di Lecce; 8 anni per Simone Zimari, 30 anni, di Lecce; 2 anni per Erwin Gassebner, 57 anni, di Lana (in provincia di Bolzano); 1 anno ed 8 mesi per Antonio Palermo, 35 anni, di Casali Del Monaco (in provincia di Cosenza); 9 anni per l’albanese Arjan Mucaj, 34 anni, residente a Monteroni.
Chiesta invece l’assoluzione per Claudio Turco, 60 anni, di Lecce.
Nella prossima udienza fissata per l’11 aprile, discuterà il collegio difensivo. E il giudice si pronuncerà sugli eventuali rinvii a giudizio e sui patteggiamenti richiesto dagli altri imputati.
La posizione di Sergio Taurino, 55 anni, originario di Lecce, è stata stralciata e si discuterà nella prossima udienza, poiché l’imputato è finito in manette ieri, nell’ambito dell’inchiesta dell’Antimafia che ha portato agli arresti domiciliari per Antonio Megha, l’ex sindaco di Neviano.
Gli imputati rispondono a vario titolo ed in diversa misura di associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di droga e di singoli episodi di spaccio.
Il collegio difensivo
Sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati: Rafaelle Benfatto, Giuseppe Presicce, Ilario Manco, Gabriele Valentini, Maria Cristina Caracciolo, Carlo Scalinci, Paolo Golia e Lorenza Preite.
Riguardo il ruolo dei salentini, secondo l’accusa, Sergio Taurino curava la manutenzione delle imbarcazioni impiegate per trasportare la sostanza stupefacente e provvedeva alla distribuzione della droga “a domicilio”. L’albanese Mucaj, residente Monteroni, manteneva i contatti in patria con i suoi connazionali per garantire i rifornimenti di marijuana. Invece, Giovanni Taurino curava lo stoccaggio della droga e si occupava del pagamento delle auto noleggiate per assicurare il trasporto della sostanza stupefacente.
Invece, Marco Turco, Mattia Monaco e Simone Zimari, sono accusati di avere partecipato in modo continuativo al trasporto, all’approvvigionamento, allo stoccaggio ed alle consegne si droga. Infine, a Claudio Turco è contestato di provvedere a custodire la marijuana nella propria abitazione.