
Simoes Santos Fabiano, il 41enne sedicente promotore finanziario italo-brasiliano arrestato a Praga ed estradato in Italia è sospettato di aver messo in atto una delle più importanti truffe mai realizzate in USA.
Ma andiamo con ordine. Fabiano nelle scorse ore, assistito dall’avvocato Otello Milauro, avrebbe affermato nell’interrogatorio in carcere di fronte al sostituto procuratore Dott.ssa Donatina Buffelli e al procuratore aggiunto Dott. Gugliemo Cataldi, di essere lui stesso vittima dei suoi investimenti e di quelli di un nutrito gruppo di investitori salentini. Le ingenti somme di denaro da lui investite sarebbero infatti “bloccate” negli USA.
Dietro quel “blocco” di somme di denaro c’è una delle più importanti truffe mai realizzate negli USA, ossia ben 207.000.000 milioni di dollari sottratti a 165.000 investitori di tutto il mondo!
È quanto ci spiega,l’Avvocato Pierluigi Cornacchia, esperto di diritto internazionale e in passato visiting lawyer in un noto studio legale newyorkese, ormai in contatto da circa un anno con i legali della SEC (Security and exchange commission – omologa della nostra Consob).
“A seguito della querela presentata da un mio cliente e dalla visione dei contratti con cui la fantomatica società Advertising Corp avrebbe pagato ingenti interessi agli investitori, mi sono subito reso conto, sia dalla terminologia inglese del tutto maccheronica per quella tipologia di contrattualistica, sia per l’ubicazione della società in Belize che non poteva non trattarsi di una truffa. La mia indagine in realtà è durata ben poco in quanto il mio cliente mi ha subito informato che il broker avrebbe investito le somme nella società Traffic Monsoon. Da lì il passo è stato breve. Ho visionato il prospetto della SEC ed ho potuto accertare che tale società era sotto inchiesta per sospetto schema Ponzi. Faccio periodicamente il punto della situazione con il team di legali americani che, nominati dalla SEC, amministrano i beni sequestrati a Traffic Monsoon. Principalmente denaro restituito dalle piattaforme finanziarie che utilizzava la società e un immobile a Manchester. Solo negli ultimi due mesi i colleghi americani hanno recuperato altri 4.3 milioni di dollari da Allied Wallet per un totale che dovrebbe oscillare tra i 50 e 60 milioni di dollari”.
Purtroppo Traffic Monsson non ha mai depositato bilanci e non teneva alcun registro contabile. Tali circostanze hanno aggravato il lavoro di ricostruzione del giro d’affari.
A breve tuttavia avrà inizio il procedimento civile che vedrà il confronto tra la SEC e Traffic Monsoon Ltd e nel quale gli investitori salentini dovranno costituirsi presso il Tribunale di Salt Lake City nello Utah, stato nel quale la società aveva la sua sede legale. All’esito dei vari giudizi si potrà dunque capire il ruolo del broker salentino in tutta questa gigantesca truffa finanziaria.
Occorre ricordare che, anche una ex bancaria ed un barista, sono indagati per il maxi raggiro perpetrato ai danni di 50 leccesi e che ha portato, all’arresto di Fabiano Simones Santos, 41enne di origini brasiliane. Nel registro degli indagati, sono finiti i nominativi del barista M.S., 31 anni, di Veglie, e di F.C. promotrice finanziaria 43enne, di Galatina.
Il denaro sarebbe confluito in conti correnti aperti nel Belize (nel Corno D’Africa) e nella Repubblica Ceca. L’inchiesta ha preso il via dalla denuncia presentata in Procura da un istituto bancario.Uno dei due indagati è difeso dall’avvocato Stefano De Francesco. Invece, la gran parte dei salentini truffati sono assistiti dai legali Giuseppe Romano e Andrea Capone.
Invece, l’italo brasiliano, prometteva interessi elevatissimi, che andavano dal 48 al 120% e, per i primi mesi, li saldava anche, salvo poi non corrisponderli più accampando una serie di scuse. Una vera e propria truffa, perpetrata ai danni di 50 leccesi
Secondo quanto segnalato, le vittime sarebbero state “avvicinate” dall’indagato e da due suoi collaboratori che, operando al di fuori dei canali ordinari di intermediazione finanziaria, avrebbero proposto fantomatici investimenti nella società in oggetto operante nel settore pubblicitario. Le somme sarebbero state utilizzate per l’acquisto di banner on-line da rivendere o noleggiare ai maggiori siti mondiali e motori di ricerca internazionali.