Maxi giro di prostituzione con ragazze sudamericane tra Lecce e Taviano. 11 persone rischiano il processo

Quattro imputati avrebbero violato le disposizioni contro l’immigrazione clandestina, simulando un matrimonio combinato per favorire la permanenza in Italia di un loro sodale.

Undici persone rischiano di finire sotto processo con l’accusa di avere imbastito un maxi giro di prostituzione con insospettabili clienti, tra Lecce ed altri paesi del Salento, sfruttando donne e anche transessuali provenienti prevalentemente dal Sud America. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Francesca Miglietta, è stata fissata per il 24 maggio l’udienza preliminare davanti al gup Simona Panzera, che dovrà pronunciarsi sull’istanza della Procura.

Risultano imputati per associazione a delinquere e favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: G.L., 58 anni di Lecce; S.M. 43 anni di Sternatia; A.M., 26enne leccese; F.M., 50enne di Trepuzzi; V.S., 52enne leccese; L.T., 56 anni di Taviano; M.M., 62enne leccese; A.T., 38enne leccese; H.B., 35 anni di origini marocchine ma residente a Galatone; M.A.A., 27enne di origini tunisine ma residente a Trepuzzi; A.L.G., 53enne di Trepuzzi. Sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Gatti, Silvio Caroli, Giorgio Caroli, Giorgio Gemma, Gabriella Mastrolia, Alessandro Costantini Dal Sant, Cristian Quarta, Elisa Cappello.

Nella richiesta di rinvio a giudizio compaiono i nominativi di 54 “persone offese” che potranno costituirsi parte civile.

Secondo l’accusa, G.L., S.M., A.M. ed F.M. avrebbero organizzato una vera e propria associazione, reclutando e sfruttando donne e transessuali. L’attività di meretricio si sarebbe svolta fino al dicembre del 2016 ( in alcuni caso fino al 2021) in appartamenti affittati a Lecce ed a Taviano. Ed i proventi venivano in gran parte incassati dai promotori dell’organizzazione a delinquere.

Non solo, poiché A.M., H.B., A.M.G. e ed M.A.A. avrebbero violato le disposizioni contro l’immigrazione clandestina, simulando un matrimonio combinato per favorire la permanenza in Italia di un loro sodale, dietro compenso di una somma di denaro.



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