La chiusura delle scuole in Puglia diventa un caso. E i genitori protestano lasciando uno zaino vuoto sui cancelli

Mentre la Regione Puglia continua a difendere la decisione “impopolare, ma necessaria” di chiudere le scuole, continuano le proteste dei genitori contro l’ordinanza che sospende le lezioni in classe

La Regione Puglia continua a difendere la decisione “impopolare,  ma necessaria” di chiudere le scuole e sospendere le lezioni in classe per cercare di frenare la curva dei contagi in crescita preoccupante. Agire, prima che l’aumento dei nuovi casi diventi incontrollabile: per questo i cancelli resteranno chiusi fino a fine di novembre, quando secondo le previsioni della task-force si potrebbero contare in Puglia 2.500 positivi al Covid19 al giorno.

Numeri altissimi, troppo alti che richiedono un cambio di rotta, cominciando dalla scuola visto che la crescita dei  casi, almeno in Puglia, è iniziata con il suono della campanella. Accanto alle considerazioni di natura epidemiologica non possono essere ignorate anche le difficoltà del servizio sanitario. Come spiegato dal professor Pierluigi Lopalco, in un post di risposta alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che aveva criticato la scelta.

«A causa del suo ruolo di aggregatore sociale, ogni volta che si sviluppa un caso di positività nella comunità scolastica, si avvia una macchina sanitaria imponente per isolare i casi e i loro contatti, eseguire i tamponi a tutti ed avviare la indagine epidemiologica in ogni caso secondario che dovesse risultare positivo. A titolo di esempio, nella ASL di Lecce, la meno colpita dal contagio nella nostra regione, a fronte di 34 studenti positivi sono al momento in isolamento domiciliare 840 studenti. A questo carico di lavoro per gli addetti al tracciamento, che rischia di ingolfare un’attività cardine per il controllo dell’epidemia, si aggiunge l’enorme numero di richieste di certificazioni (spesso accompagnate dalla richiesta contestuale di inutili tamponi) di cui sono inondati i pediatri di famiglia» è scritto.

La protesta dei genitori

Ci sono poi i genitori, che hanno deciso di protestare in silenzio contro l’ordinanza firmata dal Governatore. Alle 8.00 hanno appeso uno zaino vuoto sui cancelli degli istituti, sperando – come si legge che sulla pagina facebook del Movimento «Priorità alla scuola» che ha organizzato la manifestazione – che le immagini possano pesare come macigni. Così come è stato per la foto di un bambino con il grembiule e la cartella seduto fuori dall’Istituto Matteo Mari di Salerno, chiuso dal Presidente Vincenzo De Luca. Simbolicamente andranno a riprenderlo alle 13.00, all’ora della fine delle lezioni.

Anche Lecce ha aderito alla dimostrazione pacifica aperta anche agli insegnanti. Sulle grate della scuola dell’Infanzia Dante Alighieri-Diaz di via Aprile sono tanti gli zainetti colorati, i foglietti scritti dai bambini e i cartelloni appesi.

«Siamo entrati a scuola come soldatini. Abbiamo mantenuto la distanza di sicurezza, abbiamo igienizzato le nostre mani, abbiamo portato Amuchina e non ci siamo mossi dal nostro banco. Abbiamo indossato la mascherina che  nascondeva i nostri sorrisi che trovavano, comunque, la via di uscita…quella dei nostri occhi. Abbiamo rispettato con le nostre maestre le regole al 100 per 100. Vorremmo solo continuare ad essere l’orgoglio di questa triste realtà» si legge.

«Non si può scegliere tra salute e istruzione. Sono entrambi diritti» è scritto in un altro cartello. E in un altro ancora «La scuola non pagherà il costo della malasanità».

Non solo, le mamme si sono date appuntamento contro la chiusura delle scuole alle 18.00 in Piazza Sant’Oronzo.



In questo articolo: