Dopo l’arresto della scorsa estate arriva la chiusura indagini per l’imprenditore agricolo che, per poco più di un euro al quintale, faceva raccogliere angurie a braccianti extracomunitari a Nardò. L’avviso di conclusione è a firma del pm Paola Guglielmi.
Antonio Leopizzi, 38enne neretino legale rappresentante di “Leo GROUP Società Operativa Agricola”, come dimostrato dalle accurate indagini, utilizzava, assumeva e impiegava 5 braccianti agricoli di nazionalità tunisina, con regolare permesso di soggiorno, approfittando del loro stato di bisogno (tutti monoreddito con famiglie a carico) sottoponendoli a condizioni di lavoro che rientrano nelle condizioni di sfruttamento previste dalla normativa.
I militari, nello specifico, hanno accertato che gli operai avevano prestato ininterrottamente attività lavorativa per la raccolta angurie su alcuni fondi agricoli di Nardò dal 17.06.2019 al 02.07.2019, per 10 ore lavorative giornaliere, con una retribuzione per tariffa a cottimo (euro 1,40 per quintale angurie raccolte), dunque in violazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali, non rispettando peraltro l’ordinanza sindacale del comune neretino, in virtù della quale è proibito lavorare sui campi agricoli dalle ore 12:30 alle ore 16:30, nel periodo compreso dal 21.06.2019 al 31.08.2019.
I Carabinieri hanno accertato anche il mancato rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro: i lavoratori prestavano la propria attività lavorativa senza aver ricevuto alcun dispositivo di protezione individuale (guanti, scarpe, pantaloni anti-strappo etc.), anzi erano costretti dalle circostanze a procurarseli autonomamente; con la totale mancanza di bagni chimici nei luoghi di lavoro, senza essere sottoposti a visita medica e corsi di formazione ed informazione.
Uno dei braccianti, infatti, ha confessato di aver subito uno strappo muscolare alla schiena. Si è accertato anche che i lavoratori vivevano presso la masseria “Sciogli” di Nardò, di proprietà della famiglia dell’arrestato, pertanto strumentale allo sfruttamento, in una situazione degradante e pericolosa per la loro incolumità fisica, poichè, pericolante strutturalmente e totalmente priva di servizi igienici, acqua potabile e con impianto elettrico pericoloso.
Ricordiamo che i Carabinieri della Compagnia di Gallipoli, il 6 luglio scorso, hanno tratto in arresto in flagranza di reato e ristretto ai domiciliari, Antonio Leopizzi, attualmente a piede libero. L’immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo con ausilio del personale dello Spesal di Lecce.
L’indagato è assistito dall’avvocato Francesco Galluccio Mezio e potrà presentare memorie difensive o chiedere l’interrogatorio entro i prossimi venti giorni.
