Raccolta fondi per Giorgia, Selvaggia Lucarelli contro mamma Elisa “chiede soldi senza sosta”

Selvaggia Lucarelli è tornata a parlare della raccolta fondi per Giorgia chiedendo a mamma Elisa di spiegare come sono stati spesi i soldi. “Lo deve a chi ha donato”, scrive

Aveva promesso che sarebbe a parlare del caso della piccola Giorgia, la stellina di Berdon dal nome della malattia rara che le ha impedito di mangiare fin da bambina e sulla raccolta fondi promossa da mamma Elisa sulla seguitissima pagina Facebook dedicata alla loro storia e lo ha fatto, pubblicando un lungo post sul suo altrettanto seguito profilo pubblico. Selvaggia Lucarelli potrà piacere o no, anche se lei non si preoccupa certo di riscuotere consenti, ma non le si può negare il merito di continuare a tenere i riflettori accesi su quelle vicende che, superato il sentimento di commozione e di trasporto, possono sembrare poco chiare, che lasciano un retrogusto amaro dopo le lacrime. In alcuni casi ha avuto ragione, nonostante le critiche e le accuse di essere ‘cattiva’ o di non saper fare giornalismo, su altri bisogna ancora fare chiarezza.

Le risposte che mamma Elisa ha dato, anche nelle dirette condivise con i followers, non devono esserle sembrate “convincenti” se la giornalista è tornata a chiedere ancora «trasparenza». Lo aveva già fatto quando aveva chiesto spiegazioni alla Regione sulle spese sostenute per la bambina, ormai adolescente, curata al Children Hospital di Pittsburgh. Anche in questo ultimo post la scrittrice non ha messo in dubbio i problemi di Giorgia, ma la richiesta di denaro che, secondo la giornalista, non sarebbe giustificata visto che Elisa può contare sul sostegno della Asl che paga vitto e alloggio, l’assicurazione sanitaria per lei e per il figlio Jody e, ovviamente, tutte le spese (milionarie) per Giorgia pagate direttamente all’Ospedale americano.

Il post

«Non mi interessa entrare nelle questioni sanitarie e di come sia possibile rimanere in America spesati dalla Asl per anni prima di entrare in lista di attesa e per 4 anni a operazione avvenuta, ci sarà tempo. Quello che, invece, mi preme sottolineare subito – scrive – è che negli anni la signora ha raccolto una cifra impressionante e difficilmente quantificabile di denaro, chiedendo senza mai sosta alle persone di donarle soldi. Lo ha fatto nei modi più disparati e creativi, coinvolgendo in appelli e donazioni vip, tv, giornali, star del calcio, politici e così via. È sempre stata (ed è) molto sostenuta dalle tv locali, ma hanno diffuso suoi appelli anche programmi di Liorni, Panicucci e così via. Bene».

Anche noi ci siamo occupati spesso del caso di Giorgia, abbiamo ‘invitato’ il Salento ad abbracciare virtualmente la piccolina durante il trapianto e anche dopo, quando ha dovuto fare i conti con le complicazioni. Una strada che probabilmente non è più in salita, ma che è tutt’altro che finita. Ancora oggi, la “stellina” continua ad essere in cura nell’Ospedale che le ha permesso di continuare a vivere, ma come detto, il punto non è la sua ‘odissea’, ma la raccolta fondi. «Fino al 2013 – scrive la Lucarelli – il denaro veniva convogliato su alcuni conti correnti. Poi, nel 2013, Elisa ha fondato la onlus Stellina di Berdon per raccogliere denaro con lo scopo di fronteggiare le sue spese. La Onlus, come da descrizione, si prefiggeva anche di fare da collante tra le famiglie di bambini ammalati e di fare informazione sulla rara sindrome di cui soffre la figlia. Io, di queste attività promesse, non ho trovato nulla. E di sicuro se qualcosa è stato fatto ha avuto meno pubblicità delle raccolte fondi».

«Come dicevo – continua la giornalista – è difficile quantificare quanto abbia raccolto la signora negli anni, ma studio il segmento beneficenza da tempo e questo è un caso molto particolare, perché mai mi sono imbattuta in una richiesta così capillare e martellante di denaro. Questi sono solo alcuni sistemi di raccolta fondi negli anni: eventi di beneficenza quali concerti, spettacoli a teatro, balli, galà. Aste. Braccialetti venduti. Salvadanai nei negozi e altrove. Stelline e pubblicità su fb. Donazioni dirette da chiunque, da politici a calciatori su conto corrente italiano e americano e postepay. Poi ci sono il 5 x mille. Liste regali su Ebay. E molto altro. Ad oggi, non è mai stata pubblicata alcuna rendicontazione, nessun bilancio, nessun dettaglio delle spese sostenute. Anzi, le poche spiegazioni sulla eventuale destinazione dei soldi sono state spesso contraddittorie, lacunose o fuorvianti».

A questo punto la Lucarelli chiede che vengano pubblicati bilanci e rendicontazioni dall’anno 2013 in poi e di sapere come sono stati spesi i soldi raccolti prima che nascesse la Onlus.

«La signora – continua la Lucarelli – ha anche affermato più volte che i soldi le servivano per anticipare spese che la Asl di Lecce ritardava a rimborsarle. Quindi poi a rimborso avvenuto ha restituito quei soldi alla Onlus? Ci sono i bonifici? Le spiegazioni non le deve a me, ma a chi ha donato e a tutti coloro a cui sta ancora chiedendo denaro perfino per il college del figlio. Non si possono utilizzare i social e le storie personali per chiedere denaro, con minori esposti negli ospedali e con dati sensibili diffusi quotidianamente, senza poi dover rendere almeno conto di come quel denaro si spende. È una questione di trasparenza. E questa storia, purtroppo, è senz’altro una storia di dolore, ma non è una storia di trasparenza. E le minacce di querele anziché semplici spiegazioni non aiutano a farsi una bella idea di questa vicenda. Attendiamo fiduciosi».

Attendiamo la risposta di mamma Elisa perché senza entrare nel merito di chi ha torto o ha ragione, una cosa è certa: il dubbio, un po’ come la calunnia del Barbiere di Siviglia, è un venticello che si insinua piano piano. E se si insinua nella mente di chi deve donare è difficile che poi apra il portafoglio se manca la fiducia. E, a quel punto, a pagare è solo chi ha davvero bisogno di aiuto.