Raggiro nella vendita del “Bar Commercio”, commercialista condannato ad oltre 2 anni

Il giudice ha inflitto pene più lieve a due altri imputati che otto anni fa, si sarebbero presentati con fare minaccioso a un dipendente.

Arriva la condanna di un commercialista, per il presunto raggiro legato alla vendita della vecchia proprietà del “Bar Commercio”.

Il giudice monocratico Michele Guarini, nelle scorse ore, ha inflitto la pena di 2 anni e 3 mesi a P.P. , 68 anni di Lecce, per i reati di appropriazione indebita (derubricata l’accusa di truffa) ed esercizio abusivo della professione, non essendo iscritto al relativo albo. È assistito dall’avvocato Enrico Massa. Non solo, poiché sono stati condannati ad 8 mesi (pena sospesa e non menzione), anche A.M , 44 anni di Merine e C.P. , 38enne di Monteroni per tentata violenza privata ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in concorso con il commercialista. Sono difesi dagli avvocati Lavinia Gala ed Alessandra Viterbo.

Tutti e tre sono stati assolti dall’accusa di tentata violazione di domicilio. La difesa, comunque, una volta depositate le motivazioni della sentenza, proporrà ricorso in Appello.

Invece, il dipendente si è costituito parte civile con l’avvocato Gabriele Valentini. Il giudice ha disposto in suo favore, il risarcimento del danno in separata sede.

L’inchiesta

Le indagini condotte dagli uomini della Gdf e coordinate dal pm Francesca Miglietta, hanno preso il via dopo la denuncia di un dipendente. Secondo l’accusa, nell’agosto del 2011, il commercialista gli avrebbe proposto, l’acquisto dell’esercizio commerciale per la somma di 250mila euro. Questi avrebbe iniziato a pagare con sette assegni dati in garanzia, che in base all’accordo intercorso tra i due, dovevano essere incassati dopo il rogito. Nel frattempo, sostiene l’accusa, P.P. avrebbe venduto il bar ad una società di cui facevano parte anche A.M. e C.P. per 17 mila euro e si sarebbe fatto nominare amministratore unico. A quel punto, nell’ottobre del 2011, gli ultimi due si sarebbero presentati con fare minaccioso al dipendente per chiedere le chiavi del bar (in un’occasione addirittura con un trapano).

Ad ogni modo, occorre precisare, che la nuova proprietà del Bar Commercio è assolutamente estranea alla vicenda.



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