Finiscono sotto processo i sette imputati per il raid vandalico al gazebo della Lega, allestito in piazza Sant’Oronzo, alla vigilia dell’arrivo in città di Matteo Salvini. Il gup Marcello Rizzo, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio sette persone appartenenti all’area anarco-insurrezionalista e di età compresa tra i 40 ed i 64 anni.
Dovranno comparire, il 3 febbraio del 2021, davanti al giudice monocratico Annnalisa De Benedictis, per l’inizio del processo. Rispondono a vario titolo, di violenza privata e danneggiamento.Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Carlo Sariconi e Francesco Calabro.
L’inchiesta
Ad incastrare gli indagati, le telecamere di videosorveglianza che hanno permesso agli uomini della Digos di dare un volto e un nome ai responsabili. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Donatina Buffelli, il 19 maggio scorso, avrebbero distrutto lo stand, minacciato i presenti e ferito al volto una ragazza di 17anni, figlia di un simpatizzante del movimento politico, che indossava la pettorina con il simbolo del Carroccio. Per questo episodio, due imputati (un uomo ed una donna) rispondono anche dell’accusa di rapina.
E poi, vengono contestati insulti e minacce, del tipo: «Andate via da qui, fascisti di m….», «per il vostro Salvini restiamo i terroni». «È meglio che martedì non si presenti». Non solo, gli indagati avrebbero preso a calci il gazebo fino a farlo crollare.